Il Samsung Galaxy Note 20 ed il Galaxy Note 20 Ultra potrebbero presentare più di una somiglianza per quanto riguarda il comparto fotografico soprattutto rispetto a quanto visto sui loro predecessori diretti. Questo è quanto riferito da una fonte vicina ad alcuni fornitori cinesi della società. Come visibile nell’immagine sottostante, è possibile notare come i render delle fotocamere posteriori dei due dispositivi, mostrerebbero la presenza dei moduli posteriori delle fotocamere dei due smartphone, pressoché simili, segno che Samsung abbia voluto compiere un ulteriore sforzo per unificare l’estetica della prossima generazione dei Galaxy Note.
Galaxy Note 20: nuovi dettagli per le fotocamere posteriori
Qualche cambiamento sarà sicuramente presente sotto la scocca con l’implementazione di sensori differenti o con l’aggiunta nella versione maggiore di qualche funzionalità in più ma sicuramente non ci saranno stravolgimenti particolari. Per avere la certezza ci sarà da attendere chiaramente la presentazione ufficiale, ormai vicina. In precedenza, varie indiscrezioni, ci hanno consentito di conoscere quelle che potrebbero essere le caratteristiche delle fotocamere, con il Galaxy Note 20 Ultra che potrebbe includere una fotocamera principale da 108 MP supportata da un’unità ultra-wide da 12 MP e da un obiettivo periscopico da 13 MP che consentirebbe di raggiungere uno zoom reale pari a 50x al cospetto del 100x, ancora difficile da gestire.
You can compare the camera area of Note20 Ultra and Note20. pic.twitter.com/trMWFk2QCj
— ICE UNIVERSE (@UniverseIce) July 13, 2020
Il comparto fotografico dovrebbe risultare molto più equilibrato rispetto al passato ma ciò non dovrebbe far si che i nuovi Note passino in secondo piano rispetto alla serie Galaxy, anzi, potrebbero introdurre tante funzionalità esclusive, a partire da quelle legate all’utilizzo della S-Pen, presente su pochissimi altri device della concorrenza. Un altro passo indietro da parte di Samsung potrebbe essere riferibile alla rimozione del sensore ToF (Time of Flight), che ha debuttato sui suoi smartphone appena un anno fa.
Per chi non lo sapesse, questo particolare sensore consente di misurare la distanza tra un oggetto e la fotocamera in modo da ricreare un ambiente tridimensionale e consentire allo smartphone di capire precisamente quelli che sono gli elementi che vanno a comporre la scena, in modo da settare, nel migliore dei modi, la messa a fuoco oltre all’apertura ed alla velocità dell’otturatore, per ottenere uno scatto dalle qualità elevate. Questa tecnologia potrebbe essere sostituita dal più convenzionale autofocus laser, portato però ad un livello completamente nuovo e più performante.