Gli smartwatch Fossil di nuova generazione non utilizzeranno l’ultimo chip sviluppato per gli indossabili e prodotto da Qualcomm, secondo quanto emerge dagli elenchi di certificazione Bluetooth emersi recentemente. Quanto detto verrebbe applicato ai modelli sviluppati già a partire dallo scorso anno, ed identificati dai seguenti numeri di modello: DW11F1, DW11F2, C1NF1, C1CF1 e C1EF1.
Fossil punta sui vecchi processori per i nuovi smartwatch
Nessuno di loro sarebbe equipaggiato con un processore Snapdragon Wear 4100, essendo stati preferiti chipset di precedente generazione. Potrebbero essere diversi i motivi per cui Fossil abbia deciso di non implementare l’ultima soluzione di casa Qualcomm. La prima possibilità ed anche la più probabile sarebbe quella che l’ultimo SoC non fosse ancora disponibile nel momento in cui questi prodotti furono stati progettati. Dobbiamo considerare che gli ultimi Snapdragon Wear 4100 e Wear 4100+ sono stati annunciati solo nel corso del mese scorso. Considerato che i nuovi smartwatch Fossil hanno già ricevuto la certificazione Bluetooth, il lancio dovrebbe avvenire a breve e dunque sarebbero stati concepiti diversi mesi fa. Quindi non ci sarebbero stati i tempi tecnici per introdurre le ultime soluzioni all’interno degli smartwatch e si è dovuto ricorrere, per forza di cose, a soluzioni precedenti.
Un’altra possibilità potrebbe riguardare invece i costi, ossia che il nuovo hardware fosse troppo costoso e Fossil abbia deciso di non utilizzarlo per ridurre i costi di produzione e successivamente di commercializzazione. Dall’altro lato però le prestazioni risulteranno inferiori considerato che i nuovi chip dovrebbero offrire risultati decisamente più importanti, con diversi miglioramenti sull’efficenza energetica e di velocità nelle operazioni. La nuova piattaforma dovrebbe, infatti, offrire una riduzione del 25 percento del consumo della batteria oltre alla presenza di GPU e CPU migliorate ed all’aggiunta del Bluetooth 5.0.
Non possiamo chiaramente sapere con certezza se quanto riportato possa rispecchiare la realtà, considerato che Fossil non si è espressa ufficialmente sulla vicenda e difficilmente lo farà fino all’annuncio ufficiale ma anche in questo caso dovremmo vedere solo le caratteristiche presenti e non conoscere il perché di determinate scelte.
Se così fosse però, possiamo certamente affermare che la nuova offerta dell’azienda americana non dovrebbe rappresentare uno stravolgimento rispetto a quanto già presente sul mercato. Infatti, nulla delle novità introdotte con i nuovi chip troverebbero spazio sui prossimi wearable, per buona pace di tutti coloro che attendevano un passo in avanti notevole. Vedremo cosa combineranno gli altri produttori o se neanche il 2020 sarà l’anno della svolta per i dispositivi con WearOs a bordo.