Forti differenze tra l'i-Mode giapponese e quello europeo

Molti analisti si chiedono quale sia il motivo di cotale differenza di approccio tra gli utenti nipponici e quelli occidentali nell'uso dei servizi i-Mode, dopo il loro sbarco in diversi paesi europei

Molti analisti si chiedono quale sia il motivo di cotale differenza di approccio tra gli utenti nipponici e quelli occidentali nell’uso dei servizi i-Mode, dopo il loro sbarco in diversi paesi europei. In Giappone, infatti, l’i-Mode è stato un enorme successo ed è oramai parte fondamentale della società nipponica. Il modello di business di NTT DoCoMo sull’i-Mode è oggetto di studio da parte delle Università di tutto il mondo e la nuova catena del valore creata in Giappone è alla base degli studi di marketing di tutte le aziende di telecomunicazioni.

Eppure questi stessi servizi, trasportati in Europa, non hanno riscosso un successo paragonabile a quello nipponico. Le motivazioni sono di varia natura. In primis c’è da considerare la differenza culturale tra Giappone ed Europa, che ha portato i giapponesi a considerare da subito il cellulare come un qualcosa con cui fare molto più che semplici telefonate e la scarsa diffusione di Internet su rete fissa, che ha spinto molti nipponici ad utilizzare i tanti servizi online dell’i-Mode.

D’altra parte una seria motivazione alla scarsa diffusione dell’i-Mode in Europa è anche dovuta all’arretratezza dei terminali disponibili per le reti GPRS che supportano i servizi i-Mode, soprattutto se confrontati ai terminali attualmente disponibili in Giappone. I cellulari i-Mode più avanzati per il mercato europeo sono modelli visti in Giappone oltre un anno fa. Le motivazioni addotte dai costruttori sulla difficoltà di trasportare modelli per reti differenti con una buona capacità di funzione non sono sufficienti a giustificare questo gap tecnologico. Oltretutto se in Giappone i-Mode è sempre significato il massimo delle nuove tecnologie, in Europa il discorso non può essere il medesimo.

Il ritardo con il quale l’i-Mode è giunto nei paesi europei ha portato i cellulari compatibili a confrontarsi con camera phone e smart phone decisamente più potenti e performanti, cosa, invece, non successa in Giappone. Un esempio su tutti è la scarsissima considerazione data al servizio Do-Ja in Europa, ovvero alla piena compatibilità con la nuova versione del J2ME per terminali i-Mode, senza dimenticare che i nuovi cellulari i-Mode giapponesi hanno supporto al Macromedia Flash, video camere digitali da oltre 1 milione di pixels, display a 262 mila colori con risoluzioni fino a 320 x 240 punti.

Le differenze sono notevoli per non portare il consumatore europeo più smaliziato a sentirsi bistrattato ed a dover fare i conti con una tecnologia dalle enormi possibilità, ma dallo scarso supporto tecnico. La speranza è quella di vedere al più presto terminali quanto meno con funzionalità similari a quelle dei migliori cellulari i-Mode nipponici e non solo dei vecchi surrogati degli stessi.

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