Facebook vuole assicurarsi che voi abbiate letto l’articolo che state per condividere sulla piattaforma: la lotta alle fake news si fa sempre più aspra e serrata. Il nuovo pop-up è in fase di test a partire da oggi.
Facebook: dovete leggere ciò che condividete, sempre
Facebook ha annunciato su Twitter che inizierà a testare un pop-up per chiedere agli utenti se sono sicuri di voler condividere un articolo che non hanno mai aperto.
L’elemento chiederà agli utenti di leggere l’articolo, ma di fatto, potranno anche scegliere di continuare a condividerlo anche senza aver mai aperto il link, se lo desiderano. Un portavoce di Facebook ha affermato che il test sarà distribuito al 6% degli utenti possessori di device Android in tutto il mondo.
Starting today, we’re testing a way to promote more informed sharing of news articles. If you go to share a news article link you haven’t opened, we’ll show a prompt encouraging you to open it and read it, before sharing it with others. pic.twitter.com/brlMnlg6Qg
— Meta Newsroom (@MetaNewsroom) May 10, 2021
Il pop-up è simile a quello di Twitter, che ha iniziato a testare una funzionalità simile nel giugno dello scorso anno. L’implementazione di Twitter della funzione può essere fastidiosa per gli utenti che hanno letto l’articolo altrove e decidono di condividerlo solo quando lo vedono apparire sul loro feed. Ma il concetto è – di base – molto intelligente e funzionale.
Facebook afferma che il pop-up ha lo scopo di aiutare le persone a essere più informate sugli articoli che condividono, probabilmente come tentativo di combattere la diffusione della disinformazione con cui la piattaforma ha lottato in passato. Come avverte il messaggio, non aprire l’articolo può portare a “fatti chiave mancanti“, con i titoli che spesso non raccontano l’intera storia. Si sa: un titolo clickbait può essere fuorviante e magari, nel testo completo si potrebbe far riferimento a tutt’altro. State attenti a ciò che condividete, ma soprattutto a ciò che leggete. Informatevi e verificate sempre le fonti, perché in questo settore basta poco per divulgare una fake news e creare ipotetici danni a cose, persone, aziende e società.