DreameBot L20 Ultra: dimenticatene pure, farà tutto da solo

Abbiamo provato il nuovo DreameBot L20 Ultra, il nuovo top di gamma della serie: immagini e risultati della nostra prova.
DreameBot L20 Ultra: dimenticatene pure, farà tutto da solo

Dreame ha calato un nuovo asso sul tavolo dei robot per le pulizie domestiche e la sensazione è che si tratti di una giocata realmente di alto livello. A dirlo non sono soltanto le specifiche previste per il dispositivo, né esclusivamente le novità introdotte nel nuovo device, ma soprattutto le sensazioni ricavate dalle prime ore di pulizia. Abbiamo infatti testato il nuovo DreameBot L20 Ultra per alcuni giorni e siamo in grado ora di testimoniare quella che è stata l’esperienza ricavata. Pollice alto, questo è chiaro fin da subito, ma sono i dettagli a fare la differenza nel momento in cui si intende valutare l’acquisto di un robot per alleggerire i propri compiti quotidiani di pulizia domestica.

DreameBot L20 Ultra è disponibile al prezzo di lancio di 1199 euro, con pack “completo” a 1299 euro comprensivi di vari ricambi per accessori e componenti. Prezzo in linea con i top di gamma del settore, insomma, ma con una serie di plus che ne avvalorano l’esordio e che confermano la grande parabola ascendente del marchio.

DreameBot L20 Ultra

Installazione e avvio

DreameBot L20 Ultra è composto da un robot di forma circolare e da un box di ricarica che risulta essere sia più voluminoso del modello precedente, sia più curato in termini di design. L’involucro (bianco il modello che abbiamo testato) risulta così ben integrato nell’arredamento, dove non passa certo inosservato, ma dove le linee eleganti  lo mascherano facilmente in ogni contesto. Il volume del box non è casuale: è questo il volume necessario per contenere quattro ampi serbatoi che andranno a costituire l’anima del dispositivo:

  • contenitore per l’acqua pulita
  • contenitore per l’acqua sporca
  • contenitore per la polvere
  • contenitore per il detergente

Quando il dispositivo parte per un nuovo ciclo di pulizia, il suo serbatoio interno di acqua viene riempito pescando dal serbatoio del box di ricarica; al tempo stesso, quando termina il proprio ciclo, i moci in dotazione vengono puliti e l’acqua sporca risultante viene raccolta in un contenitore a parte. Nel frattempo partono le ventole di aria calda ed i due panni rotanti vengono asciugati silentemente per evitare la formazione di muffe maleodoranti.

Per far partire il device è tutto molto semplice: lo si installa laddove c’è spazio sufficiente per una uscita comoda (si consiglia di optare per un’area relativamente centrale dell’appartamento: benché la cosa non sia vincolante, si tratta di un buon accorgimento per velocizzare i cicli di pulizia), dopodiché si effettuano l’installazione dell’app DreameHome e l’aggiunta del dispositivo.

Durante il nostro primo test, su pavimento appositamente pulito per mettere alla prova i moci rotanti del DreameBot L20 Ultra, il risultato è stato il seguente e non c’è molto da aggiungere rispetto a quel che già raccontano le immagini del serbatoio dell’acqua di risulta:

DreameBot L20 Ultra: acqua sporca

La pulizia

Ciò che balza all’occhio durante la prima impostazione del DreameBot L20 Ultra è l’incredibile ricchezza di opzioni con cui è possibile regolare, pilotare, definire e avviare i cicli di pulizia desiderati. Dalla quantità d’acqua da utilizzare alla forza di aspirazione, fino alla gestione dei tappeti, potendo così calibrare in modo estremamente granulare ogni singolo dettaglio.

DreameBot L20 Ultra: tutti i serbatoi e il funzionamento

La prima cosa da fare all’avvio è la mappatura dell’appartamento ed in questa missione il robot si dimostra tanto rapido quanto preciso: la mappa viene ricostruita nel giro di pochi minuti anche su ampie dimensioni ed il sistema è immediatamente in grado di distinguere le varie stanze, anche attribuendo un’etichetta ad alcune di esse: su questa mappa si può agire in seguito con etichette nuove, separazioni funzionali, pareti invisibili da non varcare e altri elementi di utilità per la successiva pianificazione dei cicli di pulizia.

La semplice rimozione di residui sul pavimento è affidata ad una triplice azione congiunta: la spazzola a tre razze che raccoglie lo sporco proiettandolo verso il corpo centrale del robot, un aspiratore regolabile che porta i residui all’interno ed una spazzola cilindrica con raccolta a spirale che pizzica capelli e peli per una maggior efficacia di raccolta. In un solo passaggio il pavimento risulta già sgombro ed a rimorchio giungono i moci rotanti che agiscono – qualora indicato – immediatamente in pulizia a umido.

DreameBot L20 Ultra: spazzola a tre razze

I movimenti risultano essere molto rapidi, sia in rotazione che durante le transizioni tra le varie tratte da pulire. Rari i momenti di impasse nei quali il robot ricalcola il percorso per completare la piena copertura del pavimento.

Dreame ha evidentemente riposto grande attenzione alla capacità pulente del proprio nuovo DreameBot. Lo si evince dal tempo che impiega il robot a uscire dalla sede di ricarica, dove avviene prima un accurato processo di carica (d’acqua) e di umidificazione dei panni. Il processo viene in seguito ripetuto con una certa frequenza, con il robot che torna in sede per ripristinare l’acqua e procedere con la pulizia dei moci prima di ricominciare. Nessun compromesso sulla pulizia, insomma: DreameBot L20 Ultra non vuole far veloce, ma vuole fare bene. La velocità si recupera negli spostamenti e nell’efficienza dei percorsi, ma in termini di lavaggio il processo sembra pensato per garantire sempre la piena efficienza pulente delle componenti. Nulla da stupirsi se il robot torna una volta di più alla base di ricarica, insomma: sta soltanto facendo “il pieno”, con lavaggio dei moci e immediata ripartenza verso l’area ancora da trattare.

DreameBot L20 Ultra: Serbatoio acqua reflua e serbatoio acqua pulita

DreameBot L20 Ultra: Serbatoio acqua reflua e serbatoio acqua pulita

In termini di processo pulente, il DreameBot L20 Ultra si distingue in tre elementi sostanziali rispetto alla generazione precedente. Il primo è il MopExtend, meccanismo in grado di decentrare il baricentro del mocio rotante per portarlo fino ai bordi più complessi da raggiungere e pulendo così in modo più completo anche gli spigoli (questa funzione dipende da valutazioni intelligenti autonome del robot, ma va abilitata da menu); altro elemento differenziante è la funzione di MopRaising, con la quale il robot è in grado di sollevare il panno anche di 10,5 millimetri, fino ad escluderne il contatto con i tappeti (scelta opzionale, utile ad evitare di trattare a umido delle trame che potrebbero soffrirne); maggiore, inoltre, la potenza di aspirazione: il robot la mette in funzione a massima velocità proprio sui tappeti, cercando così di estrarre polvere e briciole dalle maglie del tessuto per pulirlo in modo più efficiente durante il passaggio.

MopExtend, opzione da menu

Ogni aspetto relativo alla pulizia dei tappeti può comunque essere scelto a priori, anche eventualmente evitandoli del tutto per lasciare che a queste superfici particolari possano corrispondere cure particolari. Durante la nostra prova il robot si è comportato egregiamente, tenendo sollevato il pad durante il passaggio ed azionando automaticamente la massima forza aspirante. Qualora si decida di escludere del tutto il mocio durante il passaggio su un tappeto, ecco che scatta una ulteriore raffinata funzione: il robot è in grado di tornare alla base, depositare i panni nell’apposita sede, per poi uscire privo dei due accessori. I moci saranno recuperati in una fase successiva, quando terminato il trattamento del tappeto, e l’aggancio magnetico avverrà in modo del tutto autonomo.

DreameBot L20 Ultra: sollevamento del mocio sui tappeti

Interessante anche la gestione dei “fanali”: il corpo del robot prevede nella parte anteriore due luci led che il DreameBot L20 Ultra attiva ogni volta che l’illuminazione ambientale non sia sufficiente. Così facendo non è necessario tenere le luci accese nel locale da pulire, poiché il robot è in grado di muoversi senza problemi in ogni caso. Questo significa poterlo azionare anche mentre la casa ha le tapparelle abbassate (ad esempio mentre si è in vacanza), oppure la notte: un fattore non trascurabile, perché riafferma la volontà progettuale di mettere in piedi un device che possa muoversi davvero in autonomia, senza che ci si debba preoccupare del contesto entro cui va ad operare.

DreameBot L20 Ultra: luci led

Tra le caratteristiche enunciate dal produttore, v’è un rilevamento avanzato dello sporco con il quale il sistema regola di conseguenza i passaggi successivi. Qualora il mocio risulti particolarmente sporco, il robot torna alla base per una nuova rigenerazione del panno, quindi si reca sul posto in cui è stato rilevato lo sporco per un secondo passaggio: non serve alcuna azione manuale, poiché è il sistema ad analizzare, identificare e trattare le aree più complesse.

L’app

Se c’è un punto sul quale Dreame potrà ancora lavorare, questo non è tanto sul robot (già a livelli di eccellenza), quanto sull’app. L’alto numero di opzioni disponibili, infatti, ha reso l’interfaccia più densa ed i menu hanno perso parzialmente di efficacia. Occorre ora cercare le opzioni utili e non sempre il tutto è a portata di mano come si vorrebbe. Un difetto che deriva dalla generosità delle opzioni, dalla ricchezza delle funzioni e da un robot che mette nelle mani dell’utente ogni aspetto relativo al proprio servizio.

L’app consente di controllare ogni singolo aspetto del robot: dalla gestione dei moci alle caratteristiche dei cicli di pulizia, fino alla creazione di utilissime scorciatoie che rappresentano un toccasana per la gestione quotidiana. Una volta creato un modello (esempio: “pulizia dopo pranzo”) è sufficiente avviarlo per veder partire il robot con le giuste impostazioni, verso la giusta area, per la giusta pulizia. In caso contrario è sufficiente affidarsi al CleanGenius e fidarsi di ciò che il robot ha imparato ciclo dopo ciclo per ottenere la miglior pulizia del pavimento possibile.

Ecco alcune immagini del robot in azione: si noti come alcuni spezzoni sono registrati dallo stesso DreameBot L20 Ultra, il quale è in grado di mostrare immagini live tramite l’app, fotografare e registrare. Non pulisce soltanto, insomma, ma può anche vigilare sull’ambiente domestico, regalare una vista originale sull’attività dei propri animali da compagnia durante la giornata e consentire di fare una passeggiata da remoto tra le proprie stanze per vedere che sia tutto in regola:

Sono gli automatismi a rendere facile l’utilizzo del DreameBot L20 Ultra nonostante un’app che non sempre riesce a mettere ordine tra le funzioni: una volta impostato il robot e definite le routine quotidiane, il robot è pensato per operare in piena autonomia anche fino a 75 giorni consecutivi. Se ne si può dimenticare, insomma: gli ampi serbatoi garantiscono lunga durata operativa; le batterie (6400 mAh con ricarica più veloce del 30% rispetto ai modelli antecedenti) garantiscono il lavoro quotidiano; i sensori di bordo certificano la capacità di riconoscere tanto i muri, quanto gli ostacoli imprevisti sul percorso (durante la nostra prova è stata molto raffinata anche l’identificazione dei tendaggi, evitando che il robot potesse passarvi sopra).

In conclusione

Qualche minuto per capire dove trovare tutte le impostazioni, ma son stati minuti ben spesi: sono quelli nei quali si fa conoscenza profonda del robot e che supportano la tranquillità con cui lo si farà operare quotidianamente in totale autonomia. L’efficacia dimostrata dai primissimi lavaggi è inoltre la migliore conferma circa la bontà del lavoro compiuto: il colore dell’acqua di scarto sarà la prova provata di quanto il DreameBot L20 Ultra è stato in grado di raccogliere durante i propri passaggi, la dimostrazione tangibile di quanto avere un top di gamma in casa significa potersene dimenticare e dedicare il proprio tempo ad altre faccende.

Dalla lista dei “to do” c’è una voce da eliminare: “pulire il pavimento” è qualcosa a cui ci penserà qualcun altro. E se gli si dà un nome amichevole tra i dispositivi riconosciuti da Alexa, ecco che anche parlarci insieme sarà quantomai amichevole.

In collaborazione con Dreame
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