Secondo una recente ricerca di Check Point Software Technologies Ltd., leader globale nelle soluzioni di sicurezza informatica, i dispositivi smart nelle nostre case e vite stanno silenziosamente raccogliendo una quantità impressionante di dati personali e sensibili, mettendo così a rischio la nostra privacy e sicurezza.
La tecnologia smart che ci circonda offre indubbiamente un’elevata comodità, migliorando la nostra vita nell’interazione con elettrodomestici e device di casa e ufficio. Poter accendere la luce usando semplicemente un comando vocale è davvero pratico e comodo. Tuttavia, questo comfort nasconde un prezzo salato da pagare.
I Dispositivi Smart rubano la nostra privacy
I nostri fedeli dispositivi smart, tra cui rientrano smartphone, wearable e assistenti vocali, non sono amici della nostra privacy. Infatti, stanno a quanto indicato da Check Point Software Technologies Ltd., stanno costantemente monitorando e registrando.
“Le grandi aziende tecnologiche e i fornitori di dispositivi personali indossabili, di smartphone e di assistenti vocali raccolgono informazioni personali sui propri utenti, spesso molto più degli operatori sanitari o delle agenzie governative“, si legge nel rapporto. Nello specifico acquisiscono:
- dati sulla salute fisica dell’utente, come frequenza cardiaca, fasi del sonno, ciclo mestruale, livello di stress e altro;
- indicatori di benessere mentale, come analisi del linguaggio ed espressioni facciali;
- preferenze personali quali ricerche online, acquisti, musica e altro.
In pratica, i nostri dispositivi smart cercano profili dettagliati che possono rivelare più informazioni su di noi accedendo alla nostra privacy. La domanda che ci viene è: “Lo fanno veramente a nostra insaputa oppure noi abbiamo accettato tutto questo per accedere alle loro funzionalità?”.
La comodità ha anche un lato oscuro
Stando a quanto riportato da Check Point Software Technologies Ltd., i dispositivi smart, sfruttando dati che entrano nell’ambito della nostra privacy per personalizzare l’esperienza utente, sollevano alcune preoccupazioni:
- pubblicità mirate: le informazioni che vengono raccolte alimentano gli algoritmi sofisticati per la pubblicità personalizzata, mostrandoci annunci più in linea con i nostri gusti e le nostre necessità;
- condivisione con terze parti: i dati raccolti possono essere facilmente condivisi con altre aziende o enti governativi, spesso a insaputa dell’utente che, ignaro, non ne è pienamente consapevole;
- rischio di violazioni: le informazioni personali possono essere sfruttate per scopi non autorizzati e sono sempre a rischio data breach, come nel recente attacco informatico a una nota catena di negozi.
Come proteggere la nostra privacy dai dispositivi smart
Per contrastare le minacce alla nostra privacy dei dispositivi smart è fondamentale:
- aumentare la consapevolezza dei consumatori sui potenziali rischi;
- sapere sempre quale dispositivo si sta acquistando e verificare bene a quali dati ha accesso e come utilizza le informazioni raccolte;
- promuovere la collaborazione tra governo, aziende e utenti.
“Gli episodi di violazione della privacy evidenziano l’urgente necessità di norme più severe e di una maggiore consapevolezza dei consumatori sulle potenziali minacce alla sicurezza. Questa storia non riguarda solo una famiglia o una singola violazione; è un racconto più ampio di come i dispositivi smart presenti nelle nostre case possano, nelle mani sbagliate, compromettere la nostra privacy e sicurezza“, ha concluso Check Point Software Technologies Ltd., nel suo rapporto.