Direct Messenger, l’app dedicata per i messaggi privati

Software non ufficiale ma efficace per i DM su Twitter. Disponibile al momento solo per iOS.

Vi scoccia accedere all’app di Twitter per mandare un messaggio diretto ad un altro contatto presente sullo stesso social network? Troppo complesso fare la stessa operazione sul dektop via browser? C’è chi ha pensato a voi.
Una nuova app si occupa di gestire solo ed esclusivamente i DM tra utenti. Il software si chiama appunto “Direct Messenger” ed è disponibile gratis sull’iTunes Store. Non è ufficiale, ma pare faccia efficacemente ciò per cui è stata concepito, ossia permette a due utenti di scambiarsi messaggi privati attraverso la piattaforma. Messaggi gratuiti, ovviamente, che da qualche tempo hanno anche perso il distintivo limite dei 140 caratteri.
Twitter forse non è molto d’accordo con l’esistenza di quest’app, che è in tutto e per tutto un servizio parassitario, anzi tra qualche giorno potrebbe addirittura chiudere l’accesso alle API a quest’applicazione, bloccando di fatto il suo utilizzo, ma non è detto.

Direct Messenger (schermata)
Direct Messenger (schermata)

Dopo averla installata, l’app Direct Messenger chiede all’utente di inserire le proprie credenziali d’accesso a Twitter. La prima schermata mostra tutte le conversazioni private effettuate precedentemente, dunque si può usare come punto di partenza per aprirne delle nuove o per continuare dal punto in cui si era interrotto un discorso. Nel momento in cui si clicca sul tasto col simbolo del block notes e della penna, l’app mostra all’utente la lista degli account a cui è collegato e gli fornisce tutta una serie di strumenti per comunicare: testi, emoji, immagini, luoghi e persino una particolare icona dinamica a forma di cuore che, se cliccata, fluttua sullo schermo.

Si tenga presente comunque che quest’ultima trovata non è supportata dal sistema di DM di Twitter, per cui l’utente a cui è diretta non vedrà altro che l’emoticon del cuore blu, a meno che non stia usando anch’egli l’app Direct Messenger. Stessa cosa dicasi per le immagini: l’utente che riceve una foto non vedrà direttamente il file, ma solo un invito testuale a cliccare su di un link che porta all’immagine.

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