Il digitale terrestre sta cambiando e con lui anche gli utenti. In questo ultimo mese molti hanno abbandonato parte dei canali della Rai, l’emittente radiotelevisiva nazionale. L’intrattenimento pubblico sta subendo un duro colpo. Ma cosa sta succedendo realmente e perché questa pseudo “crisi” degli ascolti?
Il problema non è dovuto al palinsesto, anche perché da un mese a questa parte non è di certo cambiato drasticamente e non si sono viste novità per le quali sono nate critiche o polemiche. La causa importante, come abbiamo detto ieri, è il passaggio al DVB-T2 dei canali Rai Storia e Rai Scuola.
Infatti, proprio il 28 agosto 2024 si è tenuto il primo switch off a senso unico per tre dei canali di questa emittente, in aggiunta ai due appena citati c’è anche Rai Radio 2 Visual. Il fatto è che questi tre canali sono passati al DVB-T2 abbandonando completamente lo standard precedente, il DVB-T.
Digitale terrestre: senza simulcast Rai Storia e Rai Scuola stanno soffrendo
Quindi, la causa del calo di ascolti di quasi la metà a partire dal 28 agosto, rispetto ai mesi precedenti, è dovuto alla mancanza del simulcast. In pratica, sul digitale terrestre, rispetto ai canali principali Rai, come Rai 1, Rai 2 e Rai 3, che trasmettono anche in DVB-T, Rai Storia e Rai Scuola trasmettono solo in DVB-T2.
Questo inevitabilmente ha estromesso dalla programmazione tutti coloro che ancora non hanno un televisore o un decoder compatibile al nuovo standard. Una notizia che non sorprende, ma che in realtà non aveva fatto pensare a questo risvolto che sta penalizzando gli ascolti. Anche perché il 45% di audience in meno non è certo poco.
Alla lunga potrebbe penalizzare l’economia di questi due canali. Anche perché il valore degli sponsor potrebbe scendere quasi quanto sono scesi i livelli di ascolto. La speranza è che il numero di apparecchi incompatibili al DVB-T2 diminuisca e i due canali del digitale terrestre ritrovino gli ascolti pre switch off.