L’arrivo del nuovo digitale terrestre sta portando con sé molte polemiche. Tra i vari dissensi, ci sono situazioni gravi che rischiano di far perdere oltre al segnale anche tantissimi posti di lavoro. Torna infatti la paura per il prossimo switch off in programma a marzo che concluderà il passaggio all’unica frequenza disponibile per il trasporto dedicato alle emittenti regionali. Queste ultime sarebbero in pericolo perché vedrebbero limitata la trasmissione rischiando così di morire a poco a poco. Scopriamo insieme cosa sta succedendo, dato che le emittenti televisive venete e della provincia di Mantova hanno inviato una lettera congiunta al Ministero dello Sviluppo Economico.
Digitale terrestre: le emittenti regionali venete sono a rischio
Il nuovo digitale terrestre ha come obiettivo migliorare la qualità della trasmissione dei programmi in chiaro oltre all’abbandono della banda 700, frequenza che sarà destinata alla rete 5G. Questo passaggio epocale, che nella sua prima fase di refarming si concluderà a marzo, sta creando non pochi problemi alle emittenti regionali.
In particolar modo saranno quelle venete e della vicina provincia di Mantova a essere penalizzate nel prossimo futuro. Ecco perché hanno deciso di unire le forze e far sentire la loro voce indirizzando una lettera al Ministro dell Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, al Sottosegretario con delega alle Comunicazioni, Anna Ascani, e ai componenti delle Commissioni V Bilancio e I Affari Costituzionali della Camera.
Lo scopo di tale comunicazione è segnalare i problemi che lo switch off al digitale terrestre recherà a loro e ai cittadini quando si passerà dalle attuali frequenze all’unica frequenza per il Veneto, CH42UHF. Il passaggio impedirà la visione delle programmazioni delle TV locali a circa 1 milione e 300 mila utenti su 5 milioni.
La denuncia
In una sorta di denuncia, le emittenti locali del Veneto e della provincia di Mantova hanno esposto il gravissimo problema che porterà a non poche conseguenze. Ecco una parte della lettera nella quale esprimono la situazione difficoltosa che dovranno affrontare con il prossimo switch off al nuovo digitale terrestre:
Questa unica frequenza disponibile per il trasporto regionale delle emittenti locali è stata oltretutto assoggettata a dei vincoli radioelettrici che costituiscono, di fatto, insormontabili limitazioni che, pur garantendo una copertura teorica, ne pregiudicano l’effettivo servizio in quanto non sarà possibile una analoga ricevibilità dei segnali rispetto alle emittenti nazionali per ciò che concerne le direzioni di trasmissione ed il puntamento delle antenne riceventi degli utenti e la potenza dei segnali stessi.
Ma quale potrebbe essere la soluzione a questo pericolo effettivo? Anche perché il rischio è che il segnale sarà trasmesso “con molta minor efficacia rispetto a quello delle emittenti nazionali“. Oltre 1 milione di utenti non potranno più ricevere il segnale delle emittenti locali a partire dai primi giorni di marzo, quando diventerà effettivo il nuovo digitale terrestre. Ecco cosa propongono:
Per far sì che la situazione possa essere risolta prima dello switch off di marzo l’ultima occasione è rappresentata dall’inserimento nella legge di conversione del “decreto Milleproroghe”, di un emendamento che consenta all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni di avviare un’istruttoria sui concreti progetti di rete degli operatori assegnatari (nel caso veneto RaiWay spa). […] Quindi intervenire attenuando le limitazioni radioelettriche alla frequenza di primo livello. delle emittenti locali.