Digitale Terrestre: segnale a rischio, ecco chi non vedrà più la TV

Scopriamo insieme quali sono gli utenti a rischio che, con l'arrivo del nuovo digitale terrestre, non riusciranno più a vedere la televisione.
Digitale Terrestre: segnale a rischio, ecco chi non vedrà più la TV

Ci abbiamo creduto tutti che l’arrivo del nuovo digitale terrestre avrebbe portato tanta tecnologia e progresso nel campo della trasmissione televisiva italiana. In parte è vero, perché con le nuove frequenze alcuni avranno la possibilità di vedere tutti i programmi in alta definizione. Nondimeno, abbiamo detto solo “alcuni” perché ci saranno diversi utenti che purtroppo non vedranno più la TV. Infatti, in alcune zone di Italia il segnale è a rischio e il nuovissimo DVB-T2 non arriverà ancora. Uncem, l’Unione Nazionale Comuni Cominità Enti Montani, parla di discriminazione. Scopriamo il motivo.

Digitale terrestre: con le nuove frequenze arriva anche la denuncia di Uncem

Marco Bussone, presidente di Uncem, ne è certo, con il nuovo digitale terrestre sono arrivate anche “gravi discriminazioni per i residenti“. A chi si sta riferendo? A tutti coloro che, abitando in diverse aree montane, rischiano di non vedere più la televisione a causa dello switch off.

Questo perché, stando a quanto denunciato dall’organizzazione nazionale, sono mancati gli interventi di adattamento al nuovo digitale terrestre in diverse zone di alcuni Comuni. Ecco il comunicato ufficiale di Uncem al riguardo:

Il nuovo segnale tv rischia di comportare gravi discriminazioni per i residenti nei Comuni di montagna, dove i ripetitori non sono di proprietà delle reti televisive (Rai in primis). In diverse aree del Paese il rischio concreto è che le Unioni e i Comuni, o le Comunità montane, debbano far fronte a spese insostenibili per interventi di adattamento dei ripetitori al nuovo sistema. Il rischio concreto è che vi siano a breve costi ingenti, a carico degli Enti, per il servizio pubblico ai cittadini a cui non potrà più essere garantita la visione della trasmissioni Rai. Per adeguare un impianto servono almeno 15 mila euro. E vi sono Enti che ne hanno più di dieci di proprietà. Serve un intervento politico del Governo, Mise e Ministero della Digitalizzazione in particolare, per ricercare soluzioni che non impattino sugli enti locali, che non hanno certamente le disponibilità economiche per far fronte ad adempimenti peraltro non dipendenti dalla propria volontà.

La denuncia dei presidenti di Uncem

Anche i presidenti di Uncem hanno fatto sentire singolarmente la loro voce denunciando una sorta di discriminazione per alcune comunità che ora avranno serie difficoltà con il nuovo digitale terrestre, dovendo ricorrere a soluzioni alternative per continuare a vedere la programmazione delle emittenti nazionali. Ecco cosa hanno dichiarato in merito:

Mentre Mise e Ministero della Digitalizzazione erogano contributi per la sostituzione dei televisori, il problema delle aree montane non è certo l’apparecchio televisivo, più o meno smart. Quanto invece lo sono i ripetitori, che devono essere adeguati.

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