Tutti felici per il primo switch off verso il nuovo digitale terrestre avvenuto martedì 8 marzo 2022. Peccato però che non è così. Tante e forse troppe conseguenze, di cui ancora in pochi parlano, hanno colpito milioni di italiani che sono stati travolti da questo “passaggio epocale”.
In gioco non ci sono soltanto tutti i soldi spesi per acquistare un decoder o un televisore compatibili al nuovo digitale terrestre, ma anche posti di lavoro e persone anziane che hanno la televisione italiana come unico intrattenimento e mezzo per informarsi.
Una situazione che la REA, Associazione delle Emittenti Televisive e Radiofoniche Locali dei Paesi dell’Unione Europea, ha definito da “lutto nazionale“. Scopriamo insieme il dietro le quinte dell’8 marzo 2022 che ancora pochi hanno rivelato.
Digitale terrestre: anziani in difficoltà, crisi economica e disoccupazione
Fondamentalmente le conseguenze allo switch off dell’8 marzo 2022 al nuovo digitale terrestre sono tre. Si parla di anziani in difficoltà, di crisi economica e di disoccupazione. Tre situazioni le cui conseguenze, sostanzialmente, recheranno molti danni al nostro Paese.
Prima fra tutte il rischio di disoccupazione. La REA ha infatti denunciato la chiusura di tante televisioni locali che, nelle zone dove operavano, fornivano lavoro a tantissime persone. Una situazione davvero dura che è arrivata in un momento particolarmente difficile e di crisi economica a cavallo tra il Covid-19 e la guerra Russia-Ucraina. Ecco cosa ha scritto l’Associazione alle più alte cariche dello Stato:
L’otto marzo 2022 è una giornata di lutto nazionale per la chiusura di centinaia di televisioni locali. Nelle calamità naturali e in qualsiasi altro evento emergenziale per lo Stato i servizi informativi locali sono tanto più preziosi quanto più le radio e tivù sono piccole. Rispetto alle grandi Reti la differenza la fa la rapidità d’intervento per la preziosa presenza delle locali italiane in ogni angolo del Paese.
La richiesta della REA è quella di “soprassedere alla chiusura forzata delle emittenti locali fino alla fine della guerra Russia/Ucraina“. Da una parte questo permette di garantire la sicurezza dei cittadini per i servizi di informazione svolti dalle emittenti locali sul digitale terrestre. Infatti, sarebbe molto più facile abbattere una torre Rai piuttosto che 1.600 sparse in tutta Italia. Dall’altra permette di darsi tempo per “rivedere la complessa normativa relativa allo switch del DVB-T1 e del collegato Decreto del Presidente della Repubblica 146/17 ai fini dell’eliminazione degli ostacoli di ordine economico nei confronti delle piccole e medie emittenti locali“.
Anziani e Bonus TV: tutto sembra comunque difficile
Purtroppo dobbiamo anche menzionare le serie difficoltà che le persone anziane hanno dovuto affrontare prima, durante e dopo lo switch off dell’8 marzo 2022. Il nuovo digitale terrestre non è affar semplice per chi, come loro, non è avvezzo alla tecnologia. Magari vivono da soli e i loro parenti sono distanti.
Tra l’altro lo Stato non è nemmeno stato in grado di garantire l’arrivo del decoder digitale terrestre gratuito previsto per gli ultrasettantenni con un reddito inferiore ai 20.000 euro annui. Difatti, il processo è ancora allo stadio iniziale mentre il passaggio al nuovo DVB-T2 prosegue avvicinandosi alla tappa finale del 31 dicembre 2022.
Senza parlare del Bonus TV, aiuto utilissimo, ma molto vicino al detto “sempre meglio di niente”. Sì, perché il passaggio al nuovo digitale terrestre non è stato richiesto dagli italiani e, tra l’altro, è stato avviato in un periodo particolarmente difficile della storia umana in piena pandemia da Covid-19. Sappiamo bene come le restrizioni hanno influito sulle economie delle famiglie. Molti hanno perso il lavoro, altri hanno dovuto attendere i tempi biblici della Cassa Integrazione e così via.
Quindi avere una sovvenzione all’acquisto di un apparecchio compatibile al nuovo digitale terrestre è buona cosa, ma comunque obbliga una famiglia a dover togliere del denaro di tasca propria. E in questo periodo anche 5 euro possono fare la differenza per chi non arriva a fine mese.