Dal Giappone la rivoluzione della crittografia quantistica

Mitsubishi, insieme ai ricercatori dell’ Università
giapponese di Hokkaido, hanno annunciato di aver compiuto nuovi progressi nel
campo della crittografia quantistica, un risultato che in un futuro non molto
lontano potrebbe avere importanti implicazioni per il settore delle trasmissioni
dati su fibra ottica.

La crittografia quantistica, presentata per la
prima volta nel 1989, si basa sulle peculiarità della fisica dei quanti
e sul modo in cui un sistema quantico reagisce all’osservazione.

Due utenti che volessero scambiarsi delle informazioni
con la massima riservatezza, non dovrebbero far altro che definire una chiave
cifrata con cui codificare la trasmissione, utilizzando lo stato dei quanti
dei fotoni del segnale. Grazie alle proprietà quantistiche dei segnali
luminosi, qualsiasi tentativo di intromissione porterebbe a cambiare lo stato
dei quanti con cui sono codificate le trasmissioni, rendendo i dati privi di
ogni significato e avvertendo il sistema della presenza di un intruso.

La crittografia quantistica è un importante
settore di ricerca, dal momento che basa la propria sicurezza non su un complesso
algoritmo, che potrebbe essere decodificato da un computer sufficientemente
potente, ma su proprietà fondamentali della fisica che garantiscono che
i dati non possano cadere nelle mani sbagliate.

I primi esperimenti portati a termine con successo
in Giappone non sono però incoraggianti. Le trasmissioni di prova hanno
riguardato un tratto di fibra ottica di soli 200 metri di lunghezza e la velocità
di trasmissione che si è riusciti a raggiungere non ha superato un kilobit
al secondo, circa 50 volte inferiore a quella che si riesce a raggiungere con
i normali modem sulle linee analogiche domestiche.

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