Twitter, Qualcomm, Telefonica, Tencent e pure Rupert Murdoch: sono questi alcuni degli investitori che credono nel sogno di Kirt McMaster e del suo socio Steve Kondik. Ovvero che sia possibile un Android diverso da Android, un sistema operativo mobile basato sul codice open source che già oggi equipaggia la maggioranza degli smartphone in circolazione, ma che separi gli obiettivi strategici di Google dal destino della piattaforma. Una strada che ora è un po’ meno in salita, grazie ai generosi finanziamenti ottenuti .
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Questa volta il team Cyanogen ha ottenuto la bellezza di 80 milioni di dollari, da parte di aziende e fondi che vedono nella mod alternativa uno strumento strategico: le aziende come Twitter puntano a integrare al meglio il proprio servizio nel sistema operativo, gli operatori come Telefonica si augurano di riuscire a recuperare un minimo controllo sulle piattaforme in modo tale da riuscire a garantirsi una fetta del lauto mercato delle app e dei servizi mobile. Qualcomm, poi, preannuncia l'intenzione di mettere in piedi alcune demo (i cosiddetti "reference design", quelli che servono a sviluppare rapidamente prototipi basati su un certo hardware e software) che includono Cyanogen come sistema operativo.
A tutti la startup apre le porte: quello che li attende è un percorso difficile visto che a oggi l'idea stessa di smartphone Android è legata a doppio filo alla presenza dei servizi Google, e che difficilmente si potrà convincere qualcuno a farne a meno se non gli si offre una valida alternativa. Una mano in questo senso dovrebbe arrivare da Microsoft: l'azienda di Redmond non fa parte di questa tornata di finanziamenti, al contrario di quanto si diceva nelle scorse settimane, ma ora le stesse voci dicono che i suoi servizi saranno decisivi per la consacrazione del modello Cyanogen.
Uno smartphone con a bordo Android, ma i cui servizi essenziali saranno garantiti da Bing, Cortana, Office, Outlook e ogni altro patrimonio di Microsoft è in corso di sviluppo. E poi ci sarà Spotify o un'altro servizio analogo come app predefinita per la musica, le mappe di Nokia (Here) al posto di Google Maps. Probabilmente la chimera nascerà per mano di quel marchio che sta riscuotendo parecchio successo in Sudamerica e sul mercato USA dei cellulari venduti senza vincolo operatore: Blu, azienda con base a Miami (Florida), che vende principalmente attraverso il canale e-commerce e offre prezzi concorrenziali.
Il capitolo OnePlus One, insomma, sembra ormai essere stato chiuso e lasciato alle spalle: più che un semplice Android con il vestito della domenica, ora Cyanogen punta a realizzare moltissime versioni dello stesso sistema operativo, ciascuna diversa dall'altra per funzioni, servizi integrati e in prospettiva anche totalmente slegate dal marketplace Google Play. La cifra stanziata dai suoi investitori è significativa e dovrebbe permettere di portare molto avanti lo sviluppo di questa visione, che con miliardi di smartphone che saranno venduti da qui alla fine del decennio non pare poi troppo irrealizzabile.