La Cina sta emergendo come serio contendente nel panorama globale per la corsa all’intelligenza artificiale, che si sta facendo sempre più accesa. Ad aver cambiato le carte in tavola è l’AI Cinese DeepSeek, che sta facendo tremare anche i migliori generatori di immagini.
Questa azienda cinese, specializzata in intelligenza artificiale, sta facendo parlare di sé per diversi motivi. Primo, una strategia innovativa che combina efficienza e costi ridotti. Secondo, un processo di crescita veloce. Terzo, una completezza interessante.
Tutti però si stanno chiedendo cosa ci sia veramente dietro il successo di DeepSeek. Questo perché, a stretto giro, il suo modello di linguaggio di grandi dimensioni (LLM), chiamato DeepSeek-R1, ha conquistato la vetta delle classifiche in ben 51 Paesi e non solo in Cina.
Il segreto del successo di DeepSeek
I risultati incredibili che è riuscita a raggiungere DeepSeek, la startup di intelligenza artificiale cinese, in così poco tempo e con una così grande diffusione, potrebbero essere stati possibili grazie a un approccio ibrido nell’utilizzo dell’hardware:
- da una parte la fase di addestramento in quanto utilizza le potenti GPU H100 di Nvidia, leader indiscusso nel settore;
- dall’altra parte la fase di inferenza perché l’azienda si affida al chip Ascend 910C di Huawei, riducendo significativamente i costi operativi.
Questa combinazione, molto probabilmente, permette a DeepSeek di offrire un servizio decisamente più economico rispetto ai concorrenti, mantenendo al tempo stesso prestazioni elevate.
Il ruolo chiave del chip Huawei
In tutto questo, il chip Ascend 910C di Huawei si è rivelato fondamentale per il successo di DeepSeek.
Il primo motivo riguarda l’efficienza energetica. Il chip è stato ottimizzato per la fase di inferenza, che richiede meno potenza di calcolo rispetto all’addestramento.
Il secondo riguarda la riduzione dei costi visto che l’utilizzo di un hardware cinese permette di abbattere i costi operativi.
Il terzo riguarda l’indipendenza tecnologica dalla dipendenza dalle tecnologie statunitensi, un aspetto cruciale nel contesto geopolitico attuale.
Se questi sono i pregi, il chip Ascend 910C di Huawei ha ancora dei limiti. Il principale è che non è ancora abbastanza potente per l’addestramento di modelli AI su larga scala, costringendo le aziende cinesi a dipendere ancora da Nvidia per questa fase critica.
Nondimeno, Huawei non è ferma. Sta già lavorando al prossimo passo evolutivo: l’Ascend 920C. Questo nuovo processore mira a competere direttamente con il Blackwell B200 di Nvidia, considerato un top di gamma nel settore dell’intelligenza artificiale. Se il progetto avrà successo le aziende cinesi potrebbero avere un’alternativa domestica di alto livello.