Così navigheremo in WiMax

I servizi WiMax italiani arriveranno l'anno prossimo: ormai è evidente da quanto detto dal Ministero delle Comunicazioni. Recenti notizie, emerse sia dal Ministero sia dall'Autorità Garante

I servizi WiMax italiani arriveranno l’anno prossimo: ormai è evidente da quanto detto dal Ministero delle Comunicazioni.
Recenti notizie, emerse sia dal Ministero sia dall'Autorità Garante delle comunicazioni (entrambi si occupano di modellare il WiMax italiano), ci permettono però già di capire come saranno i servizi e dove saranno sviluppati.
Un buon punto di riferimento, inoltre, è anche il modo in cui il WiMax è oggi usato nel resto d'Europa. Insomma, con un po' di approssimazione possiamo lustrare la sfera di cristallo e vedere nel futuro di questa promessa di banda larga wireless.
Per prima cosa, i tempi: il bando che assegnerà le licenze WiMax arriverà "entro l'estate", il che è già un rinvio: in precedenza il Ministero aveva detto che sarebbe partito "entro fine giugno". Subito dopo il bando ci sarà l'assegnazione, poi gli operatori potranno lanciare i servizi.
Quanto poi? «Secondo l'esperienza europea- risponde Michele Morganti, responsabile innovazione tecnologica presso Nokia Siemens Network- ci vogliono circa 6-12 mesi per il lancio di servizi che coprano almeno una provincia. Per una regione, 12-18 mesi».
Se ne riparla senz'altro nel 2008; probabilmente, nella seconda metà.
Quanta banda ci sarà? Abbastanza, a quanto pare: sono stati liberati 150 MHz, nella banda 3,4-3,6 GHz. Il Ministero della Difesa, infatti, ha messo a disposizione del Ministero delle Comunicazioni tre quarti dello spettro disponibile in quel range di frequenza. Un quarto resterà alla Difesa per i suoi usi.
Solo all'inizio, per un breve periodo, e solo in poche località, ci saranno interferenze su quei 150 MHz liberati per il WiMax.
La Difesa, infatti, si sta attardando a ritarare i propri radar.
Quei 150 MHz dovranno essere poi suddivisi in licenze.
Già si sa che il bando ne ammetterà tre, di cui una riservata a operatori "nuovi entranti" (definizione ancora da specificare), su scala regionale. Le altre due licenze saranno invece su scala macroregionale, il che le renderà appetibili a operatori più grandi.
Ogni licenza avrà 42 o 50 MHz. La cosa più probabile, tuttavia, è che il Miinstero deciderà perché in Italia si adotti il sistema di modulazione Fdd (Frequency division duplex), così quella banda sarà in realtà 21 + 21 o 25 + 25 MHz. Le frequenze saranno divise, cioè, tra download e upload.
Il che porterebbe a una banda di circa 42-50 Mbps in download e altrettanto per l'upload.
È un tutto che l'operatore dovrà dividere tra gli utenti in zona.
Dove sarà il WiMax?
Il Ministero sta decidendo in queste settimane in quali macroregioni dividere l'Italia, per le licenze.
Ipotizziamo che una macroregione sia individuata nel Lazio e nella Campania, messe insieme; ci potranno essere lì due operatori WiMax, con altrettante licenze.
Un "nuovo entrante" potrebbe però comprare la licenza in Lazio. Così, in alcune regioni ci potrebbero essere fino a tre operatori.
La copertura dei servizi, però, sarà probabilmente estesa a parte soltanto della regione, a seconda degli interessi e dei calcoli commerciali degli operatori.
A tal proposito, però, l'Autorità Garante delle Comunicazioni ha già posto un paletto: l'operatore assegnatario della licenza dovrà raggiungere entro 30 mesi una copertura sufficiente, in base ad alcuni criteri che favoriscono le zone adesso in digital divide.
È un aspetto complicato dal fatto che l'Autorità definisce le zone in digital divide come quelle dove manca l'Umts (l'Adsl non è presa in considerazione).
Comunque, è possibile immaginare che il WiMax sarà soprattutto là dove mancano mezzi alternativi per la banda larga (satellite a parte).
Del resto, è così che è utilizzato nel resto d'Europa.

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