Google e YouTube daranno il proprio contributo nella gestione dell’allarme per il Coronavirus offrendo una sorta di “pubblicità progresso” al servizio del Ministero della Salute. L’annuncio arriva dallo stesso ministero, il quale spiega di aver trovato un accordo con il gruppo di Mountain View per portare online una serie di risultati specifici che possano contribuire ad aumentare l’informazione degli utenti e a diminuire il diffondersi di bufale e disinformazione.
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Coronavirus: così su YouTube
Su YouTube, dove maggiore è il rischio di incappare in canali complottisti ed in lunghe trattazioni parascientifiche che poco possono fare per la diffusione di una corretta informazione, la ricerca sul tema porta anzitutto ad un modulo che suggerisce lo speciale del Ministero della Salute. I risultati successivi sembrano essere stati inoltre filtrati in modo opportuno, consentendo così la visione di notizie dai principali siti di informazione ed evitando filmati che possano aggiungere problemi a quelli che già il virus sta spargendo in giro per il Paese.
Coronavirus: così su Google
Chiunque cerchi su Google le parole “coronavirus” o “covid-19” si troverà di fronte un “Avviso SOS” legato al tema cercato, con un box apposito (con font di colore rosso, una novità tra le SERP del motore di ricerca) che suggerisce possibili fonti per il reperimento di risposte certificate. Tra le informazioni proposte si possono incontrare link verso il Ministero della Salute e verso l’Organizzazione Mondiale della Sanità:
L’operazione era già stata mandata a segno, pur se con minor incisività, sulle bacheche di Facebook, ove con un accordo similare si erano potute inoculare informazioni specifiche sulla base delle ricerche fatte sul social network.
Su Google l’iniziativa ha valore particolare poiché è questa, di fatto, la vera homepage del Web italiano. Portare sulla pagina un box di questo tipo consente pertanto di:
- dare massima rilevanza a siti ufficiali e informazioni affidabili, stimolando la circolazione di informazioni più attendibili e la creazione di un ecosistema informativo più equilibrato sul tema;
- togliere spazio a fonti meno affidabili, se non inaffidabili del tutto, dando corpo ad un approccio più improntato all’informazione e meno condito di allarmismi, critiche, dibattiti ed emotività;
- rendere più rapido e sicuro il percorso verso le informazioni cercate in caso di necessità. Una nostra analisi sulle ricerche degli ultimi giorni ha infatti dimostrato che minore è la distanza dai focolai certificati e maggiore è il numero di ricerche effettuate: questo dimostra che l’approccio al problema è anzitutto emotivo, dettato più dalla paura dell’immediato che da un più logico approfondimento votato alla prevenzione. In queste condizioni, una pagina con maggiori informazioni ufficiali consente di limitare le derive emotive e di deviare verso pagine istituzionali gli utenti più spaventati o fragili.
Anche Google è stata colpita dal Coronavirus: il problema ha raggiunto anche la Silicon Valley e nel frattempo ad un dipendente del gruppo a Zurigo è stato certificato l’avvenuto contagio. Ora grazie alla stessa Google e al Ministero della Salute si tenterà di curare le isterie italiane con risposte istituzionali a query che vanno moltiplicandosi, cercando così di rispondere con equilibrio e trasparenza ai timori che vanno aumentando. Un esperimento di grande importanza, che avvalora tanto il lavoro del Ministero quanto il servizio prestato dal motore di ricerca.