Il 18 giugno 2024 verrà ricordato come il giorno in cui ha preso concretamente forma la visione di Microsoft legata all’evoluzione del personal computer come l’abbiamo inteso fino a oggi, attraverso il lancio dei primi Copilot+ PC. Solo il tempo e l’accoglienza riservata dal mercato daranno ragione o torto al gruppo di Redmond (e ai suoi partner), che sta introducendo sempre più funzionalità di intelligenza artificiale nell’ecosistema Windows, non sempre incontrando il favore degli utenti.
In vendita i primi Copilot+PC: Surface e non solo
Da ieri, lo store ufficiale del gruppo di Redmond propone i nuovi Surface Laptop (nelle versioni da 13,8 e 15 pollici) e Surface Pro con i processori della serie Qualcomm Snapdragon X. Il loro punto di forza è costituito dalla Neural Processing Unit che, appunto, si occupa delle operazioni IA.
Tra le funzionalità sulle quali Microsoft pone l’accento, per spingere questa nuova ondata di PC, citando un intervento sulle pagine del blog ufficiale, ci sono Cocreator per la creazione e l’editing dei contenuti con l’intelligenza artificiale generativa, la traduzione simultanea dell’audio, gli effetti video applicati in tempo reale alla webcam e Recall.
Quest’ultima caratteristica in particolare, presentata in grande stile, è stata per il momento messa in standby in risposta ai tanti dubbi insorti sul fronte della privacy e della sicurezza. È quella che fotografa di continuo tutto ciò che avviene sul computer, per poterlo poi recuperare in un secondo momento.
I nuovi Surface di Microsoft non sono gli unici Copilot+ PC disponibili ufficialmente da ieri. Altri produttori come Acer, ASUS, Dell, HP, Lenovo e Samsung li hanno commercializzati, con strategie di distribuzione differenti nei vari territori.
IA ovunque, ma è quello che vogliono gli utenti?
Se da un lato, l’utilità di alcuni strumenti IA è innegabile, dall’altro non tutti apprezzano la loro adozione forzata. Un numero consistente di utenti preferirebbe un approccio diverso, da parte sia del gruppo di Redmond sia delle altre realtà coinvolte.
Molti già si affidano quotidianamente a ChatGPT, a Gemini o a Copilot, per velocizzare alcune operazioni o addirittura per automatizzarle. Tanti, però, non ne avvertono l’esigenza, ritenendo un impiccio essere in qualche modo obbligati a ospitarli sul proprio PC.
Per avere un quadro più completo, si aggiunga il fatto che questo si traduce in requisiti hardware più esigenti e, di conseguenza, in un esborso economico maggiore. Insomma, c’è chi vorrebbe poter continuare a contare su un computer più tradizionale e su un sistema operativo più leggero, riservandosi eventualmente il diritto di attivare le funzionalità IA quando vuole, senza alcuna forzatura. Microsoft non potrà ignorarlo.