Cina, Samsung e Oppo a giudizio per le app pre-installate

Una commissione cinese di rappresentanza dei diritti dei consumatori porta in tribunale i due produttori.

La Shanghai Consumer Rights Protection Commission ha formalmente annunciato di aver intrapreso un’azione legale contro i produttori Samsung e Oppo per la pratica ormai abusata di preinstallare troppe applicazioni sui loro smartphone. È stato Tao Ailian, segretario generale della Commissione, a dare il via alla causa, dopo un attento esame delle denunce da parte dei consumatori sulle applicazioni indesiderate.

In uno studio condotto su 20 smartphone la commissione ha rilevato come sia quasi prassi l'abitudine di vendere i dispositivi con le applicazioni già installate (molte delle quali non potrebbero essere rimosse). Ha inoltre affermato che alcune app "rubano" i dati contenuti all'interno degli smartphone stessi.

Due i modelli incriminati: il Samsung SM-N9008S (il Galaxy Note 3), che aveva 44 applicazioni installate prima dell'acquisto, e il modello X9007 di Oppo, con ben 71 di tali programmi. Tra le applicazioni installate sul modello Samsung anche un dizionario elettronico e un programma di shopping online. Sul modello Oppo spiccano, tra le altre app, diversi giochi.

Samsung sotto accusa in Cina
Samsung sotto accusa in Cina

La Commissione fa notare come nessuna delle due società ha mai informato gli acquirenti della presenza di queste applicazioni che violano i diritti dei consumatori. "Il contenzioso è il nostro ultimo tentativo di salvaguardare i diritti dei consumatori dopo che altri metodi non sono riusciti" ha detto Tao Alian, segretario della Commissione, senza però precisare a quali altre misure si riferisse. "Speriamo che costringerà altre aziende del settore a porre fine alla irragionevole, ma comune, pratica di pre-installare applicazioni senza informare i consumatori. È una cosa necessaria per un sano sviluppo di tutta l'industria" ha aggiunto.

La Commissione chiede una sentenza che renderebbe Samsung e Oppo giuridicamente obbligati a mettere in chiaro sulle confezioni dei loro smartphone il nome delle applicazioni installate e fornire, inoltre, tutte le istruzioni su come possono essere rimosse.

Ovviamente ora la palla passa a i giudici. Purtroppo casi simili in cui utenti cinesi hanno chiesto di aver ragione sulle grosse compagnie (c'è il caso di una donna che ha citato in giudizio Apple e ha perso) non sono molto confortanti.

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