Tutti gli iPhone, dal 6S al modello X, non potranno più essere importati in Cina: a seguito della guerra legale sui brevetti che Cupertino sta combattendo con Qualcomm, infatti, Apple si è vista negare dal tribunale popolare di Fuzhou la possibilità di far passare la Grande Muraglia ai propri prodotti, esclusi così da un mercato appetibile e ricco quale quello orientale.
Apple, ora la Cina è lontana
La sentenza precisa come il divieto sia solo in entrata e non in uscita: ciò significa che ad Apple non saranno precluse le strade della Cina quando si tratterà di inviare progetti e materie prime per l’assemblaggio dei device, mentre discorso differente varrà per i device assemblati – da Foxconn e simili – che tenteranno di cercare in Cina la via del mercato. In fase di giudizio, infatti, Qualcomm ha avuto la meglio vedendosi riconosciuti due brevetti che possono essere utilizzati nella battaglia contro Apple per forzare il gruppo ad un accordo. La prima immediata conseguenza è proprio ai danni di Cupertino, che ora non potrà più vendere in Cina i proprio iPhone 6S, 6S Plus, 7, 7Plus, 8, 8Plus e X. Nella sentenza non si fa al momento menzione degli ultimi iPhone XS e XR, ma non è da escludersi che la causa legale possa vivere ulteriori estensioni.
I due brevetti in discussione sono relativi l’uno alla gestione delle app sullo smartphone e l’altro alla gestione delle fotografie da parte degli utenti: l’oggetto dei brevetti (precedentemente validati dall’ufficio brevetti cinese) sembra essere tuttavia soltanto una questione di contorno, poiché in ballo v’è in realtà una grossa fetta del mercato mobile degli anni a venire. I brevetti in questo caso hanno più che altro valore strumentale. In borsa per Apple è pertanto nuovamente una giornata in toni cupi: -2% in apertura al Nasdaq, con quotazioni passate dagli oltre 215 dollari circa di ottobre agli attuali 165 (bruciando così tutti i guadagni del 2018 nel giro di poche settimane).
Se Huawei ha seri problemi negli Stati Uniti, Apple li avrà ora in Cina: la guerra fredda commerciale tra i due colossi si combatte su più campi di battaglia e questi colpi incrociati non sono a questo punto da escludersi ulteriormente anche per il prossimo futuro. Inoltre lo stato di salute del mercato smartphone è ad un punto di svolta: secondo gli analisti sta per aprirsi una fase contraddittoria nella quale alcuni grandi gruppi rischiano di veder messo in discussione il proprio impero in favore di nuovi brand che (cavalcando la trasformazione degli smartphone in tradizionali commodity), andranno ad erodere quote di mercato. Apple, sebbene ben posizionata per affrontare il periodo, si trova a dover gestire sfide estremamente complesse, tra le quali quest’ultima di tipo legale con Qualcomm.
Per quest’ultima la borsa reagisce ovviamente con tono uguale e contrario: +3% in apertura, festeggiando una vittoria legale che potrebbe aprire nuovi orizzonti nei rapporti tra i due gruppi.
La nostra relazione con i clienti è per noi un elemento prioritario, e preferiamo rivolgerci raramente ai tribunali, ma siamo anche profondamente convinti della necessità di proteggere i diritti relativi alla proprietà intellettuale. Apple continua a beneficiare della nostra proprietà intellettuale e allo stesso tempo si rifiuta di indennizzarci. Queste decisioni giudiziarie sono un’ulteriore conferma della forza del vasto portafoglio di brevetti di Qualcomm.
Don Rosenberg, executive vice president and general counsel, Qualcomm Incorporated