Google inventò Chromecast nel 2013, rendendone nota l’esistenza il 24 luglio. Stiamo parlando di un dispositivo che si collega alla presa HDMI di un televisore qualsiasi rendendolo "intellligente", smart come si dice oggi. Si collega al router Wi-Fi entrando a far parte della rete domestica dopo una semplice configurazione che descriveremo tra poco. In questa maniera, la piccola creatura di Google è in grado di collegarsi ad Internet offrendo tramite lo schermo della TV una varietà di contenuti, giochi e applicazioni. Il bello però non si limita a questo: ogni dispositivo collegato alla rete di casa può diventare una specie di controller per il Chromecast. In primis, questo ruolo è stato pensato per sistemi Android, Chromebook e browser Chrome – in pratica il resto della famiglia Google – ma si può interagire anche con dispositivi Apple e sistemi Windows.
Chromecast
Nel 2015 è stata annunciata la seconda generazione di Chromecast che ha subito stupito con due particolarità. La prima caratteristica evidente è la forma circolare che ha reso obsoleta quella della versione 2013 somigliante molto ad una chiavetta USB. La seconda novità è che ne esistono due modelli: uno standard (visibile nella figura precedente) e uno in versione audio specializzato nel portare la musica dal proprio dispositivo mobile agli altoparlanti cui è collegato.
Chromecast veicola la musica dal proprio device mobile
agli altoparlanti a cui è collegato
Con il prezzo consigliato di soli 39 euro è diventato uno dei gadget elettronici più ricercati e le prestazioni offerte da questo nuovo modello l'hanno reso di particolare gradimento a chi l'ha sperimentato.
Iniziamo a usarlo
La confezione contiene tre componenti, come simboleggiato dalla figura presentata nella stessa documentazione ufficiale.
I tre componenti della confezione
Il componente (1) è il dongle, il Chromecast vero e proprio, dotato del connettore HDMI da inserire nella TV. Il cavo USB (2) è finalizzato all'alimentazione, pertanto le estremità verranno collegate una al dispositivo e l'altra alla presa USB del televisore o alla corrente elettrica per mezzo dell'alimentatore (3).
La configurazione necessaria è molto semplice ed è resa ancora più rapida dall'app Chromecast disponibile per ogni sistema operativo mobile. Le fasi che si seguiranno istruiranno il dispositivo con due tipi di informazioni in particolare: il nome che gli assegneremo (ad esempio, Soggiorno, SalaTV o qualsiasi altro di nostro gradimento) e le credenziali per l'accesso alla rete Wi-FI a disposizione. Quest'ultima sarà indispensabile per ogni scambio di dati tra il dongle ed gli altri dispositivi.
L'interfaccia del software è suddivisa in tre schermate. Le vedremo in seguito ma per il momento ci interessa sapere che ce n'è una intitolata "Dispositivi" nella quale vedremo apparire il nostro nuovo Chromecast a fine configurazione.
Assegniamo un nome al nostro Chromecast
Le prime prove
Quello che Chromecast offre non è un semplice "doppio schermo" né una ingenua proiezione di contenuti sulla TV. La finalità è un'esperienza multi-screen che non ha confini ben determinati, nel senso che il modo in cui verranno sfruttate queste potenzialità dipende solo dalla fantasia degli sviluppatori. Comunque, una volta completato il setup, si andrà alla ricerca delle sperimentazioni più immediate possibili: ne proponiamo due.
La prima è il mirroring, la proiezione del contenuto del display del dispositivo controllore sullo schermo della TV.
La funzionalità è supportata su tutti i dispositivi Android dalla versione 4.4.2, anche se Google indica una lista di dispositivi particolarmente ottimizzati per il compito tra i quali troviamo i Nexus dalla versione 4 in su, LG G2 e superiori, Samsung da Galaxy 4 e Note 3 in avanti, molti Sony Xperia e altri ancora. Big G si è sempre dimostrata particolarmente interessata a permettere di presentare i contenuti del dispositivo Android sullo schermo della TV, sia come parte della già citata esperienza multi-screen sia per accrescere agli occhi del potenziale pubblico l'utilità della tecnologia. Il mirroring infatti era stato annunciato dal palco del Google I/O 2014 e integrato anche nei Chromecast di prima generazione su un numero limitato di dispositivi Android di fascia alta. Se stiamo usando un device in grado di attuare il mirroring ce ne accorgeremo dal menu presente nell'app Chromecast dove apparirà la voce Trasmetti audio/video.
Stiamo usando un device in grado di attuare il mirroring
Un'altra prova è passare per un'app che ha avuto una simbiosi nativa con questa tecnologia, YouTube, se non altro per la comune appartenenza a Mountain View. Aprendo l'applicazione si vede apparire nella barra in alto il simbolo della trasmissione Chomecast (rettangolo con quarti di circonferenza in basso a sinistra) che permette di mandare in esecuzione il video scelto sulla TV. In quell'istante l'app chiederà la conferma per la trasmissione di
contenuti sui Chromecast trovati nella rete locale e si trasformerà in
un vero e proprio telecomando. La visione potrà proseguire senza
interruzione con i video successivi e addirittura modificando il volume
dello smartphone cambierà nello stesso senso anche il volume della TV.
Chromecast manderà il video di YouTube sulla TV
Servizi e applicazioni a disposizione
Presa confidenza grazie alle prime prove, si può iniziare a cercare
ulteriori forme di interazione. La nostra guida nel mondo Chromecast
sarà l'apposita app della quale, sinora, abbiamo esplorato solo la
scheda "Dispositivi" ma che è il momento di indagare meglio. La prima
tab dell'interfaccia è denominata In primo piano e offre tutto
ciò che sul nostro dispositivo è integrabile con l'apparecchio. Di base,
su un dispositivo Android verranno trovate tante connessioni a servizi
Google: oltre al già nominato YouTube verranno proposti Google Film,
Google Musica e Google Plus, tutte app perfettamente integrabili.
L'aspetto più interessante però è cercare nuove app compatibili con il
dongle e per questo è stata appositamente predisposta la terza scheda Trova app,
che può essere consultata per trovare tutto ciò che possa far fruttare
la nostra connessione alla presa HDMI. Una categoria molto rilevante
sono le applicazioni che offrono contenuti TV in streaming.
Questi sono interessanti non solo come fenomeno tecnologico ma anche sul
piano sociale, dimostrando – meglio di molto altro – come la fruizione
della televisione sia cambiata nelle nostre case. Superati in buona
parte i tempi in cui si sceglieva il programma della serata sul
palinsesto pubblicato e ci si faceva trovare sul divano del salotto
all'ora designata, molti contenuti vengono attualmente offerti in
modalità on-demand ed in maniera trasversale ai dispositivi elettronici:
computer, smartphone/tablet, console per videogiochi, ecc. Sulla scelta
del servizio da sfruttare i parametri sono diversi e vertono sul tipo di contratto offerto (abbonamento mensile o pagamento per contenuto singolo), qualità dell'offerta
(sport, film, serie TV e via dicendo: fattore legato agli accordi
stabiliti tra il provider e i distributori del settore entertainment), qualità della trasmissione,
che dipende necessariamente dai dispositivi utilizzati e dalla banda di
rete richiesta. Il numero di questi servizi disponibili nel nostro
Paese sta aumentando velocemente – basti pensare alla risonanza che
hanno avuto l'arrivo di NetFlix o la nuova piattaforma europea Wuaki.TV –
e i nuovi esponenti tentano di rubare fette di mercato a protagonisti
più "storici" come Sky, che è stata tra i precursori del settore. Tali
contenuti, mediante le app messe a disposizione, sono fruibili anche
tramite il nostro Chromecast, che realizzerà per lo più la parte di
connessione allo schermo.
Adattatore Ethernet per Chromecast
Passiamo ai giochi
Altro scenario
consono all'impiego del dongle è quello ludico. Recentemente si è
moltiplicato il numero di giochi che, oltre ai mezzi consueti di
interazione con l'utente, offrono estensioni per Chromecast. In tale
contesto, uno dei principali vantaggi offerti è la possibilità di
sfruttare lo schermo della TV come proiezione del display e,
contemporaneamente, di lasciare a disposizione il touchscreen del
proprio device controllore per interpretare il ruolo di joypad. Uno
dei giochi più scaricati da sempre sui dispositivi mobili è Angry Birds,
la storia degli uccelli che vengono lanciati con una grande fionda
contro i nemici. Dopo le tante incarnazioni che ha vissuto, che lo hanno
portato persino a vestire i panni degli eroi di Star Wars, ha visto
nell'edizione Friends, orientata al gioco in compagnia di amici vicini e
lontani, la predisposizione alla collaborazione con Chromecast. Vedremo
gli uccelli arrabbiati volare verso i nemici nella nostra TV mentre il
display del nostro device visualizzerà una fionda la cui tensione sarà
gestita dal tocco delle dita. Altre tipologie di videogames cui
Chromecast sembra offrire molte possibilità sono le trasposizioni elettroniche dei giochi da tavolo,
molti dei quali si svolgevano, nella versione tradizionale, su un
tabellone di cartone piuttosto ampio il cui posto – grazie al dongle di
Google – può essere preso dallo schermo della TV mentre il giocatore può
attuare le proprie mosse tenendo in mano il dispositivo controllore.
Potremo giocare così con Scarabeo, Risiko o il nuovo "Monopoly now and
here".
Trasposizioni elettroniche dei giochi da tavolo su Chromecast
Anche nel mondo lavorativo non mancano le novità. Ad esempio, Google Presentazioni –
potremmo dire il PowerPoint su Cloud offerto da Big G – offre adesso la
possibilità di visualizzare le proprie sequenze di slide sulla TV. I
software che sfrutteranno sempre più i nostri dongle stanno aumentando e
il sito ufficiale pubblicizza tutte le offerte sulle proprie pagine. Inoltre si possono sbirciare le novità che appaiono sul mercato
statunitense
per presagire cosa in un prossimo futuro apparirà nel nostro Paese.
Cosa aggiungere a Chromecast? La scelta è ampia
Chromecast per gli sviluppatori
I lettori di articoli come questo potrebbero essere non solo utenti
appassionati di mobile, ma anche programmatori per passione o
professione. Pertanto possiamo a questo punto dare uno sguardo agli
strumenti predisposti da Google per programmare con Chromecast. Ciò
risulta sempre interessante anche perché sono proprio gli ambienti di
sviluppo messi a disposizione dai produttori a permettere la creazione
di tante app per lavorare, giocare o rilassarsi. La tecnologia che
sottende al piccolo mondo di questo dongle si chiama Google Cast e Mountain View offre un apposito SDK (Software Developement Kit) con cui un'app può inviare contenuti alla TV equipaggiata con Chromecast.
L'a