ChatGPT è per “principianti”. I ricercatori dell’Università del Texas ad Austin hanno sviluppato un decodificatore semantico, vale a dire un nuovo sistema di intelligenza artificiale capace di “tradurre” l’attività cerebrale di una persona in un testo.
Questo potrebbe rappresentare un’importante soluzione per le persone che, pur essendo mentalmente coscienti, non sono in grado di comunicare verbalmente a causa di specifiche patologie.
In arrivo una “nuova ChatGPT” basata sulle onde cerebrali
Jerry Tang e Alex Huth hanno sviluppato un sistema di decodifica linguistica che consente di generare testi a partire dall’attività cerebrale registrata tramite la Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI). Questa tecnologia si basa su un modello simile a ChatGPT di Open AI e non richiede impianti chirurgici negli individui.
Dopo un’opportuna fase di addestramento del decodificatore, durante la quale i partecipanti ascoltano ore di podcast con l’ausilio di un apposito scanner, è possibile generare un testo complesso partendo dalla sola immaginazione dei soggetti (magari una storia oppure un racconto).
Lo studio, pubblicato su Nature Neuroscience, rappresenta un vero e proprio salto in avanti rispetto ai sistemi di decodifica linguistica precedenti. L’obiettivo non è quello di generare una trascrizione pedissequa, bensì di cogliere il senso di ciò che viene comunicato anche se con delle naturali imprecisioni.
Nel 50% dei casi, il dispositivo è riuscito a produrre un testo aderente al significato dei pensieri originali. Un risultato eccellente, considerando il fatto che i partecipanti non abbiano neppure dovuto limitarsi a parole inserite in un elenco predefinito. In merito all’esperimento, Alex Huth ha dichiarato:
“Stiamo facendo in modo che il modello decodifichi il linguaggio continuo per lunghi periodi di tempo e con concetti complicati. Prendiamo molto seriamente le preoccupazioni in merito ad un utilizzo per scopi negativi ed abbiamo lavorato per evitarlo”.
Detto ciò, il rischio che milioni di fan di ChatGPT possano velocemente cambiare rotta è concreto ma, di certo, non avverrà nell’imminente futuro trattandosi ad ora di tecnologie in grado di esprimere il loro massimo potenziale solo in laboratorio.