Che il Canone Rai sia la tassa più odiata dagli italiani è risaputo. Tuttavia, mai come di questi tempi se ne sta parlando ampiamente. Dopo le promesse di cancellazione e riduzione sembra che qualcosa di concreto stia succedendo a Palazzo Madama.
Sì, perché nei giorni scorsi è stato presentato in Senato un nuovo Ddl dove il protagonista è proprio il Canone TV. Ad aver redatto la proposta è stata la Lega, il partito del Vicepremier Matteo Salvini. Secondo le ultime indiscrezioni sembra proprio che questa riscriverà il futuro dell’abbonamento radiotelevisivo italiano e i suoi obiettivi.
In pratica, l’addio del Canone Rai potrebbe essere molto vicino. A dire il vero sono state anche dettate le tempistiche: via entro i prossimi 5 anni e realizzazione di un nuovo canale delle identità senza spot pubblicitari. Il titolo della bozza di questo Ddl è anche una spiegazione del suo contenuto:
Modifiche al testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici in materia di servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, riduzione e abolizione del canone di abbonamento e disciplina della società concessionaria del servizio pubblico.
Canone Rai: cosa succederà entro i prossimi 5 anni
Cosa succederà tra 5 anni al Canone Rai? Ancora nulla, perché si tratta solo di una bozza quella presentata da Matteo Salvini in Senato. Tuttavia, se dovesse passare, e quindi essere approvata da tutte le sedi, rivoluzionerà tutta la televisione pubblica italiana.
Infatti, secondo le indiscrezioni trapelate, non si tratterebbe solo di costo, quindi di riduzione regolare fino all’annullamento, ma anche di contenuti proposti e di gestione delle risorse, stipendi e assunzioni comprese. Secondo questo Ddl il Canone TV “non è dovuto“:
Risulta oggi anacronistico e ingiusto, in quanto è dovuto per la semplice detenzione di apparecchi atti o adattabili a ricevere un segnale.
Inoltre, laddove sussista ancora oggi l’impossibilità di accesso alla rete o l’impossibilità di fruizione del servizio da parte degli utenti per motivi estranei alla propria volontà, il pagamento del canone di abbonamento non è dovuto.
L’idea è anche quella di cambiare l’organizzazione interna della Radio-Televisione Pubblica Italiana. Nella bozza di questo Ddl vengono riassunte alcune modifiche da apportare qualora dovesse essere approvata ed entrare in vigore. All’articolo 5 si legge:
Si prevede innanzi tutto un’estensione della durata temporale della concessione fino a dodici anni per dare continuità e certezza. Con lo stesso spirito, si estende a cinque anni il mandato dei membri del consiglio di amministrazione e si prevede che non possano ricoprire tale incarico per più di due mandati consecutivi. Si prevedono 7 membri del Consiglio d’amministrazione: il presidente e l’amministratore delegato, nominati con decreto del Presidente della Repubblica, 4 membri eletti dalla Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi e uno designato dall’assemblea dei dipendenti della Rai.