Non si è fermato il lungo processo che sta portando alla realizzazione di nuove armi di difesa per gli utenti contro il telemarketing molesto. Purtroppo, con l’avvento dei cellulari, è sempre più difficile che i Call Center contattino qualcuno chiamando un numero di telefono fisso, che tra l’altro ormai pochi hanno.
Ecco perché si è resa sempre più necessaria una soluzione ad hoc anche per coloro che, avendo uno smartphone, desiderano non essere contattati da Call Center a scopo pubblicitario. L’esigenza nasce anche dalle pratiche scorrette che gli operatori spesso adoperano.
Oggi occorre prestare attenzione alla cosiddetta truffa Call Center del sì. Non solo, ma attualmente risulta anche difficile limitare o ridurre le chiamate che arrivano non solo quasi tutti i giorni, ma più volte al giorno, da parte di operatori insistenti che vogliono chiudere più contratti possibili.
Ecco perché, oltre al Registro Pubblico delle Opposizioni, aperto anche ai numeri di telefono cellulare, è stato pensato un Codice di Condotta. L’obiettivo è quello di ridurre il telemarketing non solo molesto, ma anche illegale. Questa proposta non sarà un’alternativa, ma un’integrazione alle attuali disposizioni già in vigore.
Sono state chiamate in causa tutte le più importanti aziende committenti che incaricano società Call Center di promuovere a livello commerciale le loro offerte. Tra queste si possono menzionare gli operatori di telefonia fissa e mobile e i fornitori di energia elettrica e gas. A loro si sono aggiunti anche operatori e consumatori, il tutto gestito e moderato da un comitato nominato dall’Autorità Garante della Privacy.
Call Center: in arrivo una doppia stretta di vite
Sono due le strette per essere messe in atto a difesa degli utenti contro il telemarketing illegale e selvaggio. La prima riguarda il Registro delle Opposizioni che si estenderà anche ai numeri di rete mobile nazionale.
La seconda, invece, comprende il Codice di Condotta per regolare le attività di telemarketing dei Call Center e contrastare quelle pericolose. Lelio Borghese, presidente di Assocontact, impegnata a questo lavoro, ha spiegato:
Abbiamo un Codice di autoregolamentazione già dal 2016 e crediamo che sia un pezzo del puzzle che bisogna comporre per difendersi dal telemarketing illegale. Il Registro delle Opposizioni, così come è concepito, non contrasta gli operatori illegali poiché non sono iscritti al Registro degli Operatori di comunicazione, ossia non fanno parte di coloro che già operano nell’alveo della legalità.
Il rischio è che chi opera illegalmente continui a farlo, senza consultare il Registro delle Opposizioni. La redazione del Codice di condotta con il coinvolgimento delle aziende committenti, voluto dal Garante, è la strada giusta per coordinare l’azione di tutti gli stakeholder e mettere fuori gioco chi viola le regole.
Della stessa idea è Fabrizio Vigo, vicepresidente di Data and Marketing Association Italia. Vigo ha infatti confermato quali dovrebbero essere le funzioni di questo nuovo Codice insieme al Registro delle Opposizioni:
Avere un Codice di condotta aiuta la certezza dell’interpretazione delle regole e semplifica la compliance. L’azione combinata del nuovo Registro delle opposizioni e del Codice di condotta permetterà di distinguere gli operatori sani da quelli border line.