C'è la miniaturizzazione nel futuro dell'hi-tech, cellulari compresi

Secondo il Financial Times, la miniaturizzazione è la "next big thing", l'idea nuova che trainerà il mercato hi-tech nei prossimi anni. In realtà la corsa al

Secondo il Financial Times, la miniaturizzazione è la "next big thing", l’idea nuova che trainerà il mercato hi-tech nei prossimi anni.
In realtà la corsa al rimpicciolimento inizia nel 1958, quando Jean Hoerni realizza componenti elettronici disponendoli tutti sulla superficie di un cristallo di silicio.
Da allora la miniaturizzazione non si è mai fermata, scandita dalla cosiddetta "legge di Moore", vecchia di 40 anni, secondo la quale il numero di transistor per centimetro quadrato presenti su un circuito integrato raddoppia ogni 18 mesi.
Questo significa chip più potenti a costi minori (il prezzo del silicio è pressoché costante) e a parità di dimensioni.

Un esempio di tale andamento è il telefono cellulare: lanciato da Motorola nel 1983, costava 4 mila dollari.
Oggi è alla portata di tutti e sempre più modelli inseguono la miniaturizzazione sia per ragioni di design che per distinguersi e poter implementare maggiori funzioni e accessori.
"Dai modelli pesanti e ingombranti del passato – spiega Jim Wicks, chief designer di Motorola – si è passati a telefoni che sono veri e propri oggetti di moda e design. Il design nelle sue forme e nei suoi materiali è l’elemento che più determina la scelta di acquisto di un prodotto".

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