BlackBerry, almeno per ora, non valuterà una possibile acquisizione da parte di società esterne. L’amministratore delegato John Chen, alle prese con la rinascita della società canadese dopo aver tentato invano di combattere con Apple e Samsung ad armi pari, ha sottolineato durante un’intervista che prima di tutto dev’essere ridato smalto al proprio portfolio, che include soprattutto dispositivi e servizi mirati alle aziende, alla produttività e alla sicurezza. Solo quando il valore di BlackBerry sarà tornato a quello di un tempo – nel 2008 toccò 140 dollari per azione – si potrà intavolare una discussione in merito.
BlackBerry Passport
Una vendita, insomma, non è esclusa in futuro perché Chen ha "la responsabilità" di ascoltare un compratore che "fosse interessato a prendersi cura dei nostri utenti". "Non ho alcuna intenzione di vendere BlackBerry. Non finché le azioni di BlackBerry non avranno un valore che rifletta ciò che abbiamo", le parole con cui Chen ha risposto all’intervistatrice della CBC. "A quel punto, se ci sarà un potenziale acquirente che possa prendersi cura dei nostri utenti, avrò la responsabilità di dover ascoltare. Ma fino ad allora, non c'è motivo di ascoltare".
BlackBerry sta lavorando affinché il proprio business, che coinvolge soprattutto aziende ma anche i governi, torni a essere profittevole. A tal fine, Chen sta riducendo il numero di smartphone prodotti, ottimizzando le spese di gestione e puntando sul proprio catalogo di servizi per la sicurezza e la produttività, tra cui BES 12, compatibile anche con Windows, iOS e Android oltre che il proprio BlackBerry OS e recentemente aggiornato.
Obama col suo Blackberry
Nel futuro, potrebbe anche esserci uno (o più) smartphone Android, che sarebbe utile come dimostrazione di forza per spingere le proprie caratteristiche peculiari. D’altronde, Chen ha dichiarato che produrrà un dispositivo Android solo se riuscirà a renderlo sicuro. E BlackBerry potrebbe voler colmare tale lacuna.