Proprio l’altro giorno la Polizia Postale, sul suo profilo ufficiale Facebook e sul suo portale online, ha denunciato una massiva campagna phishing che starebbe sfruttando non solo il nome della Polizia di Stato, ma anche quello dell’Europol. È palese lo spavento può generare nel povero malcapitato raggiunto da una simile email. Ecco perché è importantissimo conoscere questa strategia e il contenuto dei messaggi per non cadere nella trappola dei cybercriminali che hanno inventato e realizzato questa truffa colossale.
Una campagna phishing terrificante sta mietendo molte vittime
“Europol ha comunicato che è in corso una massiva campagna di phishing attraverso false email e messaggi social realizzati indicando nel testo i nomi del Direttore e del vice Direttore esecutivo dell’Agenzia, così come del Capo della polizia italiana, del Direttore della polizia postale e di altri rappresentanti delle forze dell’ordine“. È questa la denuncia pubblicata in un comunicato ufficiale della Polizia Postale.
In pratica sarebbe in corso un attacco phishing attraverso il quale, criminali esperti, starebbero inviando email preoccupanti a diversi utenti con l’obiettivo di generare panico così da compiere furti di denaro e/o di dati personali della vittima. Ecco come proprio la Polizia di Stato ha descritto questa nuova e pericolosa truffa:
“Tali falsi messaggi, scritti in diverse lingue, utilizzano anche logo di Europol o della Polizia, e prospettano alla vittima una inesistente indagine penale nei suoi confronti; il tutto allo scopo di causare agitazione nel destinatario, inducendolo a ricontattare i truffatori ed esponendosi in tal modo a successive richieste di pagamenti in denaro o comunicazione di propri dati personali“.
Ovviamente la Polizia Postale avverte e raccomanda di diffidare da simili messaggi. Altro non sono che spietate truffe capaci di sfruttare un metodo ormai assodato, l’attacco phishing. In pratica email che per grafica e contenuto sembrano essere state inviate da un ente ufficiale, in questo caso Polizia di Stato o Europol. Perché dobbiamo non credere assolutamente in questi messaggi? Ce lo spiegano sempre le Forze dell’Ordine:
“Nessuna forza di polizia contatterebbe mai direttamente i cittadini, attraverso email o messaggi, per richiedere loro pagamenti in denaro o comunicazioni di dati personali, dietro minaccia di procedimenti o sanzioni penali“.