Giulio Savio, giudice di pace di Roma, ha dato
ragione ad un abbonato di Telecom Italia che si era rivolto alla magistratura
per ottenere il rimborso di una bolletta sensibilimente più salata del
solito (di poco superiore al milione di lire).
Dal provvedimento preso dal giudice emerge che
la compagnia telefonica ha ‘l’obbligo di fornire la documentazione relativa
al traffico dell’utente’, stabilendo tra l’altro che il perfetto funzionamento
degli impianti deriva esclusivamente dalle affermazioni del gestore, che non
può avvalersi di disposizioni vessatorie.
Per l’avvocato Giuseppe Lo Mastro, presidente dell’IICA
(Istituto Internazionale per il Consumo e l’Ambiente), si tratta di una sentenza
esemplare (Telecom Italia si è riservata tuttavia la facoltà di
ricorrere in giudizio ) che di fatto elimina l’onere a carico dell’utente di
provare che le bollette non corrispondono ai consumi effettivi: spetterà
quindi alle compagnie telefoniche dimostrare l’esattezza degli addebiti.
Telecom Italia sottolinea in ogni caso che è
prassi consolidata quella di informare tempestivamente l’utenza di improvvisi
aumenti del traffico telefonico, basandosi su un sistema di calcolo la cui efficacia
è stata riconosciuta in ogni sede e grado della magistratura.