Sulla scia dell’annunciata trasformazione aziendale in corso, ASUS ha reso noto che il suo amministratore delegato, Jerry Shen, si è dimesso dopo undici anni alla guida del gruppo. L’azienda ha annunciato altresì che la società si concentrerà ora in modo particolare sugli smartphone da gioco, come l’ASUS ROG Phone, tracciando così il nuovo corso del gruppo in ambito mobile.
Tali dichiarazioni hanno chiaramente seminato allarme tra gli utenti Zenfone, ansie dissipate dalle nuove notizie confezionate dalla società a stretto giro di posta. Asus ha infatti chiarito che, seppur in futuro sia pronta a concentrarsi sullo sviluppo degli smartphone con puro DNA gaming, la sua iconica serie non verrà cancellata dalla produzione:
Per quanto riguarda i dubbi sollevati da alcuni sulla chiusura del marchio ZenFone, confermiamo che continueremo a sviluppare la serie ZenFone, puntando anche all’ampliamento del mercato degli smartphone da gioco: da ora ci concentreremo sul perfezionamento delle soluzioni per game users.
La nuova mossa, arrivata subito dopo che l’amministratore delegato Jerry Shen si è dimesso, ha immediatamente dipinto nell’aria un nuovo orizzonte: c’è aria di forte cambiamento e l’immediata presa di posizione in tema di device lascia intendere come ormai tra il board ed il CEO si fosse consumato uno strappo ideale non più rimarginabile. La nuova strategia di ASUS punterà su maggiori investimenti in IA (l’Intelligenza Artificiale ha iniziato a prendere piede su molti device di fascia alta), IoT (Internet of Things) e altre aree, con l’intento di diversificare la propria offerta e mettersi al passo con i tempi per puntare anche ad una clientela più esigente.
ASUS sarà ora amministrata da due CEO, Sy Shu (attualmente a capo della sezione PC) e Samsun Hu (che ora gestisce il dipartimento mondiale costumer care): una sorta di gestione ad interim, forse, per tentare di ricollocare le migliori risorse attorno ad un comparto mobile evidentemente in difficoltà e necessitante di ridefinire anzitutto la propria identità.