Oggi sono passati esattamente cinquant’anni da quando – il 20 luglio 1969 – Neil Armstrong, nell’ambito della missione Apollo 11, ha messo piede sulla Luna, rappresentando il primo uomo ad averlo fatto. Si è trattato di un evento storico, che ha richiesto un sistema di comunicazione Terra-Luna studiato ad-hoc, in grado anche di trasmettere in diretta (TV) l’atterraggio lunare.
Consci delle moderne tecnologie, ci può sembrare quasi banale che si possa riuscire in una simile impresa, ma all’epoca ci sono voluti anni di studio per mettere a punto una tecnologia in grado di permettere di guardare in tempo reale un evento senza precedenti: sono state addirittura chieste in prestito tecnologie militari segrete del governo americano!
L’atterraggio sulla Luna in diretta TV
Mentre il modulo lunare si piazzava sulla Luna milioni di telespettatori erano incollati al televisore, completamente rapiti da quello che era molto più di un film di fantascienza: era la realtà. La storica diretta TV è avvenuta grazie a un sistema altamente innovativo per l’epoca, che permetteva di poter trasmettere, con un’unico sistema, tutti i diversi tipi d’informazione che è fondamentale scambiare fra Terra e Spazio durante una missione (come ad esempio le comunicazioni vocali, i dati telemetrici). Si trattava dell’USB: Unified S-band.
L’USB prevedeva anche una porzione di banda dedicata alla trasmissione d’immagini video, partendo direttamente dalla speciale antenna posizionata sul modulo lunare. Il problema principale però era l’impossibilità di sfruttare una delle fotocamere a scansione lineare standard utilizzate per le missioni all’epoca, che trasmettevano a 30fps: la banda a disposizione per l’invio delle informazioni video non era sufficiente. Bisognava mettere a punto una speciale camera in grado di lavorare a 10 fps. L’impresa fu tutt’altro che semplice, ma riusci.
La speciale Lunar Camera
Il dispositivo era abbastanza piccolo e maneggevole, così da poter essere utilizzato anche quando gli astronauti avevano i guanti. Inoltre, era pensato per resistere all’assenza di gravità e agli sbalzi di temperatura. La fotocamera aveva a bordo una tecnologia segreta che permetteva di trasmettere in modo chiaro oggetti in movimento anche con scarse condizioni di luminosità. Prima di quel momento, questa era stata utilizzata esclusivamente dal Dipartimento della difesa degli Stati Uniti d’America su delle videocamere piazzate nella giungla durante la guerra del Vietnam.
Protetta da un coperta termica, la speciale Lunar Camera, con tutta la tecnologia del caso, fu posizionata sul modulo lunare all’interno del quale Armstrong e Aldrin raggiunsero la superficie lunare, lasciando il terzo astronauta all’interno della navicella spaziale.
Per la precisione, il dispositivo fu posizionato alla destra della scala dalla quale scese Armstrong. Quando fu il momento, Aldrin avvio la fotocamera lineare premendo un bottone all’interno del modulo lunare e inizio la trasmissione. Le immagini, a 10fps, arrivarono prima nelle stazioni USA e poi – in qualità superiore – in Australia.
Una volta giunte sulla terra, prima di diffonderle, era necessario riportare le immagini a un formato standard, compatibile con la trasmissione in diretta TV: chiaramente, questo ha comportato un’enorme perdita di qualità dell’immagine, ma non capita tutti i giorni di accendere la televisione e guardare in diretta mentre viene scritta la Storia.