Ogni smartphone ha un focus sul quale è progettato, un pubblico ideale al quale intende rivolgersi ed una serie di funzioni fondamentali da offrire al pubblico al quale intende parlare. La bontà di un progetto è dettata dalla coerenza con cui questi tasselli stanno insieme: le funzioni devono essere pensate per un pubblico, il pubblico deve riconoscere un valore nelle funzioni riscontrate e le specifiche devono essere all’altezza di questa proposta. Il prezzo viene di conseguenza, con il design che riveste un ruolo fondamentale di interpretazione e fruibilità per dare senso compiuto al tutto.
Dopo alcune settimane di test approfondito sul Galaxy Z Flip4 (qui lo trovi su Amazon), una cosa è chiara: il progetto, coraggioso nel suo focalizzarsi sull’apertura a conchiglia, fa della coerenza il suo punto forte. La coerenza è quella di uno smartphone che fin dal primo giorno ha svelato un profilo elegante, una dimensione ridotta ideale per stare in una borsa o in modo discreto dentro una tasca, ma oltre a queste apparenze c’è qualcosa di più.
Quel qualcosa di più è riassumibile in tre parole: apri, punta, scatta.
Le fotografie del Flip4
Bastano pochi scatti per capire come il Galaxy Z Flip4 si dimostri un gigante nelle fotografie “al volo" da distanza ravvicinata. Il puntamento facilitato (un indicatore evidenzia quando le condizioni sono ideali per lo scatto), la distanza focale brevilinea, l’indicatore dell’orizzonte (una vera e propria livella che garantisce immagini ben calibrate) e altri piccoli tasselli rendono gli scatti semplici e rapidi, perfetti per dei mordi-e-fuggi fatti di apri, punta e scatta.
Apri, perché in tasca il device sarà chiuso – ma ci si abitua a tenerlo aperto quando si lavora molte ore a scrivania; punta, senza pensarci troppo, cercando semplicemente l’oggetto da fotografare; scatta, posando il dito su quel display che ormai preoccupa soltanto chi non l’ha ancora provato mentre per gli altri è già garanzia.
Evitare lo zoom, please: è esattamente questa la direttrice che porta gli scatti fuori dai binari. Lo zoom non risponde infatti alla coerenza di un device che vuole fotografie da distanza ravvicinata e non è in grado di sostenere la qualità che è invece in grado di esprimere al meglio nelle immagini di prossimità:
- selfie e ritratti
- food, in ogni salsa
- dettagli da evidenziare
- piccoli oggetti da avvicinare
In tutte queste occasioni il Flip4 si dimostra ottimale, regalando risultati fortemente empatici. Cercare lo zoom su lunghe distanze significa invece forzarlo fuori dalla sua natura, portandolo su un terreno non suo: lasciamo fare ad ognuno ciò che sa fare meglio.
Apri, punta, scatta. I risultati sono quelli visibili nelle immagini disponibili all’interno di questo stesso articolo.
L’anima del Galaxy Z Flip4 emerge dai dettagli delle sue foto. Foto che prevedono una distanza ravvicinata dal proprio mondo: piccoli oggetti o ampi panorami, selfie ottimali o piatti fumanti, rendendo al massimo tutto quel che si fotografa con maggior frequenza quando si ha uno smartphone in mano. I selfie con fotocamera posteriore sono il tocco in più, la valorizzazione estrema del dispositivo pieghevole che in questo format cerca nuove opportunità aggiuntive.
“Ah, hai lo smartphone che si piega? Come va?“. Tu attivi il monitor posteriore, pieghi e scatti: il “wow" è assicurato. Provare per credere.