Il piatto forte, al lancio dell’iPhone 6 lo scorso anno, era stato Apple Pay: il sistema di pagamento ideato da Cupertino, legato al chip NFC montato nel suo smartphone (e pure nell'Apple Watch), fa ora il suo debutto anche in altri due paesi oltre a Stati Uniti e Regno Unito, e a partire da questa settimana sarà attivo anche in Canada e Australia.
Apple Pay
Secondo le cifre snocciolate da Apple sono ormai circa 1 milione i punti vendita statunitensi dove è possibile pagare con iPhone, 250mila gli esercizi britannici: dalle catene di supermercati come Tesco alle pizzerie Domino's, i pagamenti elettronici sembrano cominciare a fare breccia almeno tra i negozianti mentre ancora qualche difficoltà la incontrano tra i clienti (anche se le ritrosie iniziali si vanno affievolendo).
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Apple è stata la prima a muoversi in questo settore, anche se l'hanno seguita a ruota Google e Samsung: la prima ha introdotto funzioni specifiche direttamente in Android, il suo sistema operativo mobile, mentre la seconda ha messo in piedi il suo Samsung Pay che rispetto alla controparte di Cupertino ha il vantaggio di funzionare anche con i vecchi POS che leggono solo la banda magnetica delle carte di credito.
Apple Pay
Con il lancio su nuovi mercati e nuove alleanze con nomi importanti della ristorazione e della GDO, Apple ora prova a concretizzare il suo lancio anticipato e la diffusione della sua tecnologia: il limite principale del suo approccio è la necessità di dotarsi di un iPhone 6 o 6s per far funzionare Apple Pay, ma aver stretto rapporti saldi con i gestori delle carte di credito e le banche costituisce un vantaggio non da poco.