Apple non vuole "aprire" il suo App Store

Apple sta chiedendo al Senato del governo degli Stati Uniti d'America di non approvare il sideloading delle applicazioni al di fuori dell'App Store.
Apple non vuole

Apple esorta i legislatori statunitensi contro il disegno di legge che potrebbe consentire il download delle app per iOS al di fuori dell’App Store. Di fatto, l’azienda americana sta ancora una volta combattendo contro le realtà che cercano di costringerla a consentire la distribuzione di app iOS al di fuori del suo negozio di applicazioni virtuali.

Apple esorta il Senato affinché non consenta il sideload delle app

Questa volta, la società ha esortato i legislatori statunitensi a respingere un disegno di legge antitrust al Senato degli Stati Uniti che consentirebbe agli utenti di installare qualsiasi app su iPhone e iPad.

Come riportato da Bloomberg, il colosso di Cupertino ha scritto una lettera al presidente della magistratura del Senato Dick Durbin e al repubblicano Chuck Grassley affermando che il disegno di legge S. 2710 “danneggerà la privacy e la sicurezza degli utenti” se dovesse venir approvato. La normativa farebbe sì che la mela consenta il “sideloading” su iOS, che è il processo di installazione di software scaricato tramite web o fonti diverse dallo Store ufficiale.

Apple teme che le “grandi piattaforme multimediali” aggireranno le linee guida di Apple per la protezione dei dati degli utenti se si dovesse approvare uno scenario simile. Tim Powderly, capo degli affari di governo di Apple nelle Americhe, ha anche affermato che abilitare l’installazione di software al di fuori dell’App Store renderebbe più facile la diffusione di malware e truffe tra gli utenti iOS.

Come notato dal rapporto, il disegno di legge ha un’alta probabilità di essere approvato dalla commissione. Tuttavia, ottenere l’approvazione dell’intero Senato sarà un compito difficile. Diversi stati degli Stati Uniti hanno cercato di approvare dei cavilli per porre fine all’esclusività dell’App Store su iOS, ma finora nessuno di loro ha avuto successo.

La paura di Apple per uno scenario simile va ben oltre la semplice sicurezza e privacy. L’azienda attualmente costringe gli sviluppatori a pagare una commissione compresa tra il 15% e il 30% per ogni vendita effettuata nell’ecosistema iOS, anche all’interno di app di terze parti. Se gli sviluppatori dovessero distribuire le loro app al di fuori dell’App Store, non dovranno più pagare Apple per vendere software per iPhone e iPad.

Apple è stata recentemente costretta a consentire sistemi di pagamento alternativi nei Paesi Bassi e in Corea del Sud, ma anche così, la società afferma che addebiterà comunque ai programmatori la commissione del 30%.

Fonte: Bloomberg

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