La guerra Russia-Ucraina è purtroppo realtà e anche se non è ancora (e speriamo che non lo diventi) un conflitto in piena regola, ci sono già molte bombe che stanno cadendo a Kiev e dintorni. Sebbene alcuni possano considerare i paesi in guerra insignificanti per l’industria tecnologica, in realtà questi svolgono un ruolo.
Russia e Ucraina producono materie prime rilevanti per il mondo tech. Mentre la prima ha molto nichel, la seconda è responsabile del gas neon. Entrambe sono necessarie per la produzione di chip.
Si scopre che il 90% del gas neon statunitense per semiconduttori proviene dall’Ucraina. Secondo Apple Insider, il CEO di Apple, Tim Cook, ha espresso preoccupazione per la guerra in corso. Ha anche affermato che la compagnia “sta facendo tutto il possibile per il nostro team“.
Apple: il CEO Tim Cook vuole aiutare l’Ucraina
Allo scoppio della guerra russa in Ucraina, il numero uno di Apple ha annunciato su Twitter che la società avrebbe sostenuto gli sforzi umanitari locali in Ucraina. Ha ribadito che “si sarebbe unito a tutti coloro che invocano la pace”.
Sebbene Apple non abbia punti vendita al dettaglio in Ucraina, il gigante tecnologico di Cupertino lavora con rivenditori autorizzati nel paese. Inoltre, secondo il Kyiv Post, l’OEM statunitense ha registrato una società a responsabilità limitata nella capitale ucraina nel corso dello scorso anno.
I am deeply concerned with the situation in Ukraine. We’re doing all we can for our teams there and will be supporting local humanitarian efforts. I am thinking of the people who are right now in harm’s way and joining all those calling for peace.
— Tim Cook (@tim_cook) February 25, 2022
La crisi non avrà un impatto sulla produzione dei chipset, per ora
Subito si è pensato che, per via delle importanti materie prime che provengono da ambo le regioni in guerra, la produzione di chipset potesse risentirne.
Tuttavia, i rapporti di addetti ai lavori e le catene di fornitura mostrano che non vi è alcun impatto diretto, almeno per ora. Ribadiamo ancora una volta: per ora.
Una fonte vicina all’industria giapponese dei SoC ha così riferito:
I produttori di chip non hanno subito un impatto immediato, ma le aziende che forniscono loro materiali per la produzione di semiconduttori acquistano gas come neon e palladio da Russia e Ucraina. La fornitura di questi materiali è già scarsa, quindi qualsiasi ulteriore pressione di alimentazione è pericolosa. Potrebbe far aumentare i loro prezzi, il che a sua volta potrebbe portare a un aumento dei prezzi delle chip.
SK Hynix afferma di avere molto materiale al momento e non ha motivo di preoccuparsi. Sebbene Samsung stia monitorando da vicino la situazione, afferma che non vi è alcun impatto diretto sulla produzione di chip. Il produttore sudcoreano ha anche affermato che la produzione sta procedendo secondo i piani.
Per Intel, GlobalFoundries e UMC, non c’è stata una risposta diretta, ma entrambe le società non si aspettano alcun rischio immediato a causa della guerra Russia-Ucraina.
Per quanto riguarda la società di test dei chip taiwanese, ASE, produzione e lavoro rimangono stabili. Unisem, una società malese di confezionamento di processori, afferma che i suoi materiali non provengono dalla Russia o dall’Ucraina, pertanto, non ha bisogno di preoccuparsi.
TSMC, la più grande fonderia di chip del mondo, invece, non ha risposto ai commenti in merito a questo problema.