Nell’autunno del 2020, Apple ha annunciato il passaggio, all’interno dell’ecosistema dei suoi computer, alla piattaforma proprietaria Apple Silicon M1, segnando di fatto, l’abbandono (graduale) delle soluzioni di Intel. Questa mossa, azzardata e coraggiosa per l’epoca, si è rivelata vincente. È stata la prima CPU della compagnia ad essere basata sull’architettura ARM. Se ci pensate – e se guardiamo al recente passato – non possiamo non lodare la mela per ciò che ha fatto. I computer aventi M1 si sono rivelati dei “mostri”, potenti come non mai ed estremamente economici. Pensate che un Mac Mini è arrivato con un prezzo di listino di 819,00€ (incredibile per quanto offre) e oggi si porta a casa a 699,00€ su Amazon.
Apple. la strategia dei processori Silicon M ripaga bene
Ora si scopre che questa iniziativa ha permesso alla società di ottenere un vantaggio del 90% sul fronte dei chipset per notebook nel 2021; a dirlo è un report di Strategy Analytics.
Incredibilmente poi, l’OEM di Cupertino sembra che sia riuscita a superare – in pochissimo tempo – altri attori di spicco nella categoria dei PC Arm (Chromebook e Windows con Snapdragon). Bisogna anche ammettere che è stato un colpo di genio, oltre che di fortuna. Apple ha portato in commercio device più potenti dei competitor a prezzi economici.
Inoltre, secondo quanto afferma il rapporto, sembra che il vantaggio della mela durerà ancora molto tempo; secondo quanto si legge, l’azienda dovrebbe aver ottenuto un vantaggio di due o tre anni rispetto ai competitor. A dirlo è una previsione basata sulle vendite dei computer Apple con ARM e PC con chipset ARM tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022.
Ora attendiamo tutti di vedere le performance sul campo dei nuovi Apple Silicon M2 presentati durante lo scorso WWDC di giugno. Presto arriveranno in commercio i MacBook Pro 13″ e Air (2022) con il suddetto chipset. Staremo a vedere.
Voi avete intenzione di acquistare un nuovo laptop della mela?