Apple: ecco perché il sideloading su iPhone è una follia

L'App Store di Apple potrebbe aprire le porte al sideload a causa di una probabile e futura Legge. Cosa sta succedendo in America?
Apple: ecco perché il sideloading su iPhone è una follia

In queste ore si leggono tantissime news relative all’apertura (ipotetica) dell’App Store e del Play Store. A causa di un nuovo disegno di Legge, i due giganti della tecnologia potrebbero dover consentire il sideloading (la possibilità di scaricare app da negozi virtuali di terze parti) sui device iOS e Android. A nostro avviso questa potrebbe essere una follia e ora vi diciamo il perché. Prima di scatenarvi con i commenti però, vi invitiamo a seguire il nostro ragionamento, ma facciamo un passo indietro.

Ap Store, Play Store e il sidealod: cronaca di un probabile errore

L’Open App Markets Act è uscito dalla commissione giudiziaria del Senato. In breve, ciò significa che il disegno di legge, che richiederebbe ad Apple di consentire il sideload delle app sugli iPhone e costringerebbe Google e l’OEM di Cupertino a consentire la fatturazione di terze parti sui loro app store e sugli store di terze parti sulle loro piattaforme, è prossima a diventare realtà.

È particolarmente importante notare (e particolarmente preoccupante per Apple e Google) che questa mossa ha ottenuto il sostegno di tutte le fazioni politiche americane.

Se non avete seguito le ultime notizie in merito e vi trovate con tanti punti interrogativi in testa, è comprensibile. Molti progetti di legge proposti al Congresso muoiono in fase; questo però, ha assunto un risvolto molto interessante. I dettagli per l’Open App Markets Act sono ancora generalmente soggetti a modifiche ma in breve ora vi spieghiamo quali sono le conseguenze di questa azione.

Così facendo, in futuro si potrebbero scaricare le applicazioni da siti web, store alternativi e le compagnie terze potrebbero richiedre metodi di pagamenti esterni all’App Store. Bello? Al contrario: questo potrebbe causare un disastro, secondo Tim Cook e Craig Federighi.

Il motivo è semplice: Apple effettua un controllo qualità eccezionale sulle app che gravitano nel suo store e una probabile apertura rischierebbe di far saltare tutto quello che ha costruito in questi anni. L’azienda potrebbe non riuscire più a tenere d’occhio le app e i programmatori e questo potrebbe aprire le porte a massicci attacchi hacker su tutti i fronti.

Noi capiamo benissimo che sarebbe bello poter scaricare software da store alternativi, magari pagandoli a minor prezzo o gratuitamente, ma pensateci bene. Un sw preso dallo store ufficiale viene supportato, oltre che dall’azienda che lo ha realizzato, anche da Apple stessa. Non di meno, grazie ai tool di programmazione della mela, tutte le app hanno una cifra stilistica di alto livello, un codice di progettazione molto semplice ma sicuro al tempo stesso, basato su Swift. Guardate la cura con cui sono realizzate le app della mela in ogni loro dettaglio e paragonate ora, anche il social più banale, alla sua controparte su Android. Vi dice nulla “Instagram”? Giusto per citarne uno.

Vi facciamo un altro esempio: avete mai utilizzato la suite Adobe? Un conto è scaricarla piratata dal web (cosa che non vi consigliamo per nessun motivo, anche perché è illegale), con bug di ogni sorta, impossibilità di aggiornare il firmware alle nuove iterazioni, con crash improvvisi di ogni genere; un conto è utilizzare Creative Cloud e godere dell’assistenza ufficiale del brand, la sicurezza di update tempestivi e correttivi, una stabilità del software senza paragoni e molto altro ancora.

Sebbene Apple e Google siano comprensibilmente molto contrari al disegno di legge, questo è supportato da altri grandi player del settore. Spotify, Epic Games, Basecamp e molti altri hanno formato la Coalition for App Fairness, un organismo che chiede ai legislatori di smantellare gli store costruiti da Google e Apple, il tutto in nome della creazione di un ambiente più equo per le aziende esterne.

Tuttavia, il disegno di legge non è ancora ufficiale e ha ancora una lunga strada davanti prima che possa cambiare lo status quo delle cose. Segnaliamo che l’approvazione che ha ricevuto in questa fase iniziale, con solo due dei 22 membri del comitato bipartisan che si sono opposti, potrebbe indicare un sostegno migliore del previsto.

Sarà interessante vedere come reagirà Apple (o Google) in merito. Voi cosa ne pensate? Vorreste vedere un sistema iOS/iPadOS aperto al download delle app da sistemi terzi?

Fonte: Android Police

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