A partire da oggi Apple introduce una piccola importante novità nel proprio App Store, ossia una serie di etichette che vorrebbero aumentare la trasparenza sulla privacy relativa ai dati personali dell’utente. Le nuove etichette tentano infatti di semplificare il modo in cui le singole app raccolgono i dati, facendo vedere il tutto in modo esplicito all’utente affinché quest’ultimo possa scegliere (e magari evitare le app troppo indiscrete).
WhatsApp vs Apple: le etichette non dicono tutta la verità
Invece di lasciare che la consapevolezza degli utenti affoghi tra impossibili informative della privacy, Apple propone meritevolmente un quadro generale da cui capire al volo le informazioni che l’app andrà a trattare dopo averla installata. L’interfaccia sarà quindi pressappoco così:
Ma è questa una novità che il team di WhatsApp non ha particolarmente gradito. Non si tratta soltanto della difficoltà con cui dovrà affrontare una certa indiscrezione destinata a balzare agli occhi degli utenti con maggior facilità, ma è anche una questione di concorrenza. Il messenger di casa Facebook, infatti, contesta ad Apple il fatto che l’app iMessage non debba affrontare medesimo scoglio poiché preinstallata nello smartphone. Mentre gli utenti sapranno per filo e per segno quali siano i dati trattati da WhatsApp, insomma, poco o nulla sapranno di iMessage e potrebbero essere quindi indotti a ragionamenti distorti nel confronto tra i due profili.
La contestazione va anche più a fondo, entrando nel merito delle singole etichette per far notare come le indicazioni possano essere fuorvianti: il gruppo ha pubblicato una intera pagina di spiegazioni per smontare l’idea Apple e per far notare come la semplificazione non sempre migliori. Ma è evidente come sulla privacy entrambe le parti in gioco si contendano utenze e dati, ossia la principale ricchezza che hanno a disposizione sui rispettivi servizi per monetizzarne le attività.