Il sistema telefonico italiano è sull’orlo
di una crisi. A lanciare l’allarme sono i responsabili dello sviluppo delle
reti dei tre gestori (Tim, Omnitel e Wind) che affermano che se non si avrà
una inversione di tendenza, utilizzare un telefono cellulare in Italia diventerà
impresa sempre più difficile. Gli oltre 6000 miliardi di investimenti
stanziati dalle tre compagnie telefoniche per il potenziamento delle reti vengono
spesi con grandi difficoltà. La causa principale di tutti i problemi è
il decreto Ronchi che alla fine del ’98 ha stabilito i limiti alle emissioni
elettromagnetiche per gli impianti di trasmissione, limiti molto più
restrittivi di quelli stabiliti dall’ Unione Europea e da altri paesi industrializzati.
A complicare la situazione sono poi intervenuti alcuni Comuni, che hanno ulteriormente
abbassato la soglia di tollerabilità dell’inquinamento elettromagnetico.
Nelle grandi città la situazione è
drammatica, la tecnologia Dcs 1800, quella utilizzata dai nuovi cellulari Dual
Band, necessita di un numero maggiore di stazioni base e le norme del decreto
Ronchi stanno ritardando in maniera significativa la diffusione del sistema
che aveva proprio il compito di decongestionare le reti urbane. Se da un lato i gestori temono compatti per la
qualità del proprio servizio, alcuni proprietari di immobili si stanno
arricchendo. Sono infatti più che quadruplicati i canoni di affitto per
la concessione di spazi dove installare le antenne della rete cellulare.