Apple, Samsung e Google stanno dando una grande spinta al pagamento elettronico mobile. Purtroppo, se da una parte si presume che il lavoro svolto dalle tre grandi compagnie porterà ad allargare l’adozione del sistema di pagamento da parte di sempre più utenti, c'è, però, una parte considerevole di persone che potrebbe non usufruirne. Stiamo parlando degli utenti Android che adottano sui propri dispositivi sistemi operativi «rooted». In un thread aperto sull'autorevole forum degli sviluppatori XDA, un utente che si identifica come tecnico di Google Security conferma quello che probabilmente gli utenti più sofisticati ed esigenti non avrebbero mai voluto leggere: Android Pay non funzionerà su dispositivi «rootati» o con ROM personalizzate.
Niente rischi per Android Pay
Le ragioni di questa limitazione sono presumibili: piattaforme come Android o iOS limitano azioni come queste per motivi di sicurezza, per prevenire rischi. Guadagnando i privilegi di root un'applicazione potrebbe prendere il controllo del dispositivo su cui gira, così come un'applicazione che gira su telefonini iOS "jailbreakati" potrebbe bypassare alcune, se non tutte, le misure di sicurezza previste sui telefoni con il sistema "di fabbrica".
Sistemi come Android Pay devono essere tenuti lontani da queste ombre: le banche e le reti di pagamento pretendono sicurezza totale, e i telefonini con ROM modificate minano questo tipo di sicurezza (anche dal punto di vista psicologico).
Sarebbe, tra l'altro, dispendioso per Google in termini di programmazione (se non, addirittura un incubo) riferirsi a firmware diversi da quelli ufficiali provenienti da programmatori e da più parti la cui affidabilità non può essere assicurata.
Il tecnico, nel post, ammette che Google è diffidente nei confronti degli utenti "scafati" e che non prenderà in considerazione alcun compromesso (anche accettabile) in futuro. Non è una comodità: è una precauzione necessaria sulla strada della serenità che, quando si parla di soldi, non è mai troppa.