I numeri di ABI Research non sembrano lasciare spazio ai dubbi: la mossa di Apple di presentare nuovi iPhone con schermi maggiorati ha pagato, eccome se ha pagato, tanto da mettere persino in crisi l’intero comparto Android. Per la prima volta addirittura il sistema operativo Google ha dovuto registrare una flessione in un trimestre. E se a questo si somma i passi in avanti fatti da Cupertino sui margini guadagnati per ogni device venduto, le prospettive per Tim Cook e compagni si fanno più che rosee.
Le stime di vendita di ABI
Mettiamo subito in chiaro una cosa: chiunque sostenga che Android è entrato in crisi, che Apple dominerà il mondo mobile con iOS ecc ecc, sta vaneggiando. Senza dubbio i numeri di ABI mettono in luce una crescita poderosa di iPhone nel Q4 del 2014, altri al contempo mettono in luce il progresso di altri marchi (negli USA le cose vanno diversamente), ma questo non significa affatto che sia avvenuto un sorpasso o che Android sia destinato all'oblio: parliamo sempre di quasi 300 milioni di dispositivi consegnati nell'ultimo trimestre dell'anno appena conclusosi (mettendo assieme Android ortodosso e vari fork, soprattutto cinesi, di non stretta osservanza del credo Play Store), contro i 75 milioni scarsi di iPhone consegnati nello stesso periodo. Ma è inevitabile fare altre considerazioni su questi numeri.
Una su tutte riguarda i margini che la piattaforma è in grado di garantire: Apple, si sa, mette assieme pile di monete ogni volta che un acquirente opta per un suo iPhone, e anche sottraendo dal totale i costi legati a R&D, marketing e logistica, si arriva facilmente a un margine operativo lordo in doppia cifra che per qualunque altro marchio del settore è solo un miraggio. Chi riesce a fare meglio di tutti è Samsung, ovviamente, che raggiunge circa il 10 per cento: gli altri viaggiano attorno a una media inferiore al 2 per cento, mentre Apple veleggia sicura oltre il 28 per cento secondo le stime (ma potrebbe tranquillamente superare il 30 secondo altre).
Quello che fa Apple, nonostante venda in totale meno device di quanti tutti gli altri produttori Android messi assieme, è prendersi la fetta più grande della torta dei profitti: il 93 per cento secondo alcuni calcoli svolti dagli analisti Canaccord, una cifra che lascia ai suoi concorrenti solo le briciole. Soprattutto Apple è in grado di polarizzare le vendite nel segmento più alto del mercato, dove gli altri fanno fatica anche a fronte di idee originali e prodotti desiderabili, con una media del prezzo di vendita pari quasi al triplo di quanto riesce a totalizzare Android.
Di nuovo, queste cifre vanno però messe in relazione al quadro generale: i numeri sono numeri, ma non si può trascurare la portata di Android sul piano della democratizzazione della tecnologia, della capacità di garantire accesso a Internet e informatica a intere popolazioni e nazioni che fino a qualche anno fa stentavano ad avviare qualsiasi processo di informatizzazione di massa. Android è l'unica piattaforma che pare in grado di garantire una solida base per costruire dispositivi economici ma funzionali, che possono offrire moltissimo a una popolazione di miliardi di individui in tutto il pianeta.
Semplicemente i margini che Android è in grado di garantire mal si sposano con gli obiettivi di un'azienda con azionisti e investitori da accontentare. Si tratta di un fattore da prendere in considerazione, e sul quale le aziende hanno già tutte riflettuto visto che in molte si apprestano o hanno già provveduto a rivedere i propri piani per i flagship sfornati con un po' troppa disinvoltura: questo produrrà inevitabilmente un mutamento di strategia e di offerta, che meglio rifletta questi valori economici espressi così chiaramente dal mercato.