Con l’arrivo della nuova release di Android 11, i seamless update diventeranno una costante per tutti i device che integrano i Google Play Services. In origine sono stati lanciati con la versione 7 di Android, ma non erano mai stati implementati come obbligatori finora. Produttori come Samsung, per esempio, non li hanno mai implementati, mentre altri come OnePlus o Motorola, si.
Android 11: cosa sono i seamless update?
Per chi non li conoscesse, i seamless update servono per rendere l’aggiornamento del software di una determinata applicazione più veloce e leggero. L’aspetto negativo però, è che fanno perdere un po’ di memoria libera a disposizione per l’utente.
Sicuramente ora non è un gran problema considerate le attuali ROM da 128 o 256 GB; in passato invece, con i device di vecchia generazione – soprattutto con quelli di fascia bassa – potevano risultare “inutili” e quindi non necessari sui prodotti.
Quando fu distribuito Android 7 Nougat infatti, molti smartphone avevano soltanto 8GB (o 16GB) di memoria ROM; non è difficile capire perché Google abbia lasciato libertà di scelta ai vari produttori in merito alla vicenda. Adesso, con Android 11 e le memorie sempre più capienti dei device, inserire i seamless update diventerà un passaggio obbligatorio per tutti i costruttori di smartphone. Vedremo questa funzione però, soltanto sui prodotti che godranno della versione 11 del software di casa Google.
Come funzionano i seamless update?
Vengono chiamati “partizionamento A/B” per via del loro funzionamento. Vi è una partizione di sistema (A) con tutti i file utili per far avviare il sistema operativo; tale partizione viene quindi duplicata in una seconda, denominata “partizione (B)”. Al momento della distribuzione di un nuovo update, la partizione che viene aggiornata diventa la (B), rendendo di fatto la prima (A) inattiva. Con l’update successivo invece, avviene il contrario: l’aggiornamento viene installato sulla partizione principale (A), rendendo inattiva la seconda. Questo processo avviene all’infinito e offre due vantaggi per lo smartphone.
In primis, l’aggiornamento può avvenire in background all’interno dell’applicazione, consentendo all’utente di utilizzare l’app durante l’aggiornamento.
L’interruzione si ha soltanto durante il riavvio del dispositivo, che può durare da un singolo minuto per una patch di sicurezza ai quindici minuti per un update più corposo. Inoltre, se dovessero sorgere problemi di qualsiasi natura durante il download o l’installazione dell’aggiornamento, l’app non risulta inutilizzabile in quanto il sistema operativo utilizzerà la partizione “sana” non investita dall’update.