Sono successe parecchie cose da quando Snapchat ha annunciato la scorsa settimana che aveva intenzione di bloccare l’account di Donald Trump. Dopo i divieti temporanei dai suoi account Facebook, Instagram e YouTube e dopo il ban permanente da Twitter, l’azienda americana ha deciso che renderà “definitivo” il ban dell’account Snapchat del presidente uscente degli USA.
Donald Trump isolato da tutti: anche Snapchat lo banna
Sebbene le preferenze di Trump sui social media come utente siano chiare, Snapchat ha fornito alla campagna Trump una piattaforma particolarmente efficace per indirizzare i giovani utenti attivi sul servizio. Un divieto permanente complicherà indubbiamente le sue future ambizioni economiche e politiche poiché si ritroverà rimosso dalla maggior parte delle piattaforme sociali tradizionali.
Questa mossa ai danni di Trump è strettamente correlata alle rivolte della scorsa settimana al Campidoglio degli Stati Uniti da parte di una folla di manifestanti pro-Trump, incoraggiata dallo stesso presidente. Da allora, un certo numero di compagnie ha reciso i legami con il presidente, mentre le piattaforme social hanno mirato a ridurre al minimo la presenza del bellicoso Donald in rete.
Snap afferma di aver preso la decisione alla luce dei ripetuti tentativi di violazione delle linee guida della comunità dell’azienda che erano stati fatti negli ultimi mesi dal profilo social del presidente. Un portavoce della società ha riferito così ai colleghi di TechCruch:
La scorsa settimana abbiamo annunciato una sospensione a tempo indeterminato dell’account Snapchat del presidente Trump e abbiamo valutato quale azione a lungo termine sia nel migliore interesse della nostra comunità. Nell’interesse della sicurezza pubblica e sulla base dei suoi tentativi di diffondere disinformazione, incitamento all’odio e incitamento alla violenza, che sono palesi violazioni delle nostre linee guida, abbiamo deciso di chiudere definitivamente il suo account.
La decisione dell’azienda di bandire definitivamente il presidente è stata segnalata per la prima volta da Axios.