Il noto store per il commercio online Amazon, sta subendo un duro colpo a causa dell’emergenza sanitaria attualmente in corso. Se da un lato registra infatti il ‘Sold-Out’ per diversi articoli, come i generi di prima necessità nella sezione Prime Now del portale per lo shopping, dall’altra sta subendo ritardi nella produzione, che si rifletteranno sui tempi di consegna per i cittadini.
Amazon: scorte di acqua e carta igienica finite
In un post sul proprio blog, nella giornata di sabato scorso Amazon ha dichiarato proprio tali problematiche, per via dell’acquisto compulsivo da parte della popolazione di articoli ‘casalinghi’. Un responsabile commenta così:
“A breve termine questo ha un impatto sul modo in cui serviamo i nostri clienti. Stiamo lavorando 24 ore su 24 con i nostri partner di vendita per garantire la disponibilità su tutti i nostri prodotti e aumentare la capacità di consegnare tutti i tuoi ordini”.
Ha poi aggiunto in una postilla in alto del blog e del portale: “L’inventario e la consegna potrebbero essere temporaneamente non disponibili a causa dell’aumento della domanda. Conferma la disponibilità al momento del pagamento. ”
Analizzando quali prodotti sono esauriti in pochissimo tempo, si può notare come le scorte d’acqua, di sapone per le mani, di tovaglioli e carta igienica siano finite ovunque. Inoltre, le normali consegne in uno o due giorni, non sono state rispettate proprio per la carenza nella rete produttiva. I tempi si sono infatti allungati ben oltre la media.
Con oltre 150 milioni di membri iscritti a Prime in tutto il mondo, Amazon continua ad investire nelle consegne giornaliere e in quelle in 24H, proprio per espandere la possibilità di servizi per l’utente. Anche con lo scoppio del Coronavirus, la domanda è divenuta via via più elevata, con acquirenti che fanno shopping online, anche più del periodo pre-natalizio.
Tutto ciò ha una conseguenza negativa per la logistica dell’azienda di Jeff Bezos. Se da un lato non può porre interruzioni nella catena di approvvigionamento, dall’altra invece, molte fabbriche in Cina (e non solo) restano chiuse. Con la richiesta di smart working da parte dei Governi, sempre più dipendenti potrebbero non andare al lavoro. All’inizio di marzo per esempio, Amazon ha infatti allentato le rigidi norme di presenza per chi gestisce compiti in magazzino, dando loro l’opportunità di usufruire per un periodo di ferie illimitato (ma non retribuite) per tutto il mese.
Nei centri di evasione invece, ha aumentato la frequenza e l’intensità della pulizia in ogni area e reparto, chiedendo anche ai lavoratori stessi di disinfettare sempre le postazioni di lavoro ad inizio e fine turno. Con oltre 156.000 casi di persone contagiate al Coronavirus, ed oltre 5833 decessi in tutto il pianeta, la popolazione mondiale si trova ad affrontare una delle emergenze più gravi a livello sanitario ed economico degli ultimi anni.