La guerra dei dispositivi video è ufficialmente iniziata. Amazon ha infatti comunicato che, a partire dal 29 ottobre, non venderà più all’interno dei propri negozi online alcuni terminali concorrenti, come Apple TV, Nexus Player o Chromecast. La spiegazione ufficiale è la seguente: “Negli ultimi tre anni, Prime Video è diventato una parte importante di Prime. È importante che i riproduttori di media in streaming che vendiamo possano interagire con Prime Video in modo da evitare confusione tra i consumatori. Roku, Xbox, PlayStation e Fire TV sono scelte eccellenti”.
Ma dietro questa dichiarazione ufficiale, si cela probabilmente una decisione commerciale: spingere i propri dispositivi. “Meno del 20 per cento dei clienti Amazon è iscritto a Prime” ha commentato Michael Pachter, analista di Wedbush Securities. “E quell’80 per cento interessato a una Apple TV su cui giri Netflix? Penso che la scusa di evitare confusione ai consumatori sia solo un tentativo non molto velato di Amazon di favorire i suoi prodotti rispetto a quelli di terze parti e penso che sia una cattiva mossa”.
Amazon Instant Video
D’altronde, Amazon ha investito molto sulla piattaforma Prime Video, non disponibile in Italia. Chi paga 99 dollari l’anno ha infatti accesso a serie TV in esclusiva, prodotte dall’azienda di Seattle, come “Transparent” o “The Man in the High Castle” ispirato al romanzo “La svastica sul sole” di Philipp K. Dick; è spontaneo, quindi, che la società voglia spingere i dispositivi attraverso il quale gli utenti Prime possano godere di tali contenuti.
“Ciò ha il potenziale di colpire Amazon tanto quanto Apple e Google” secondo Barbara Kraus, analista di Parks Associates. “Come rivenditore, voglio dare alle persone un motivo per comprare da me. Quando tolgo alcuni dei marchi più popolari, perdo tali motivi”.