Si può stare tranquilli nelle rete web? Sembra proprio di no dato che da poco è stato lanciato un allarme sicurezza. In pratica i dati personali e sensibili di diversi utenti iscritti a Facebook sarebbero finiti nelle mani di alcune società di sorveglianza camuffate da aziende pubblicitarie o altro. Stando a quanto riferito dal Gruppo Meta, almeno 50 mila utenti sarebbero finiti nella trappola. Una notizia alquanto preoccupante se si pensa che molti navigano quotidianamente nel social network ritenendolo completamente sicuro.
7 aziende eliminate da Facebook per furto dati
Il Gruppo Meta ha fatto sapere di aver bannato da Facebook 7 aziende ritenute tra le colpevoli di questi furti dati. Purtroppo non è così strano che società di sorveglianza utilizzino questi social network per spiare gli iscritti su commissione. Fingendosi aziende di pubblicità o servizi e registrandosi come utenti fasulli riescono a carpire tutte le informazioni che necessitano su utenti ben precisi. A volte però tutto rientra nel calderone e quindi i dati vengono rubati in massa.
Sono 3 le tecniche utilizzate da queste società che lavorano nel campo della surveillance for hire. Prima di tutto cercano di riconoscere il contatto che devono spiare profilando gli utenti tramite internet, in questo caso Facebook. Una volta individuata la preda, cercano di stabilire un contatto con lei attraverso falsi profili così da instaurare un rapporto di fiducia. Infine, la tecnica più utilizzata, gli utenti vengono convinti a cliccare su link che rimandano a siti phishing o al download di file infettati da malware così da ottenere il pieno controllo del dispositivo della vittima.
L’obiettivo è comunque sempre uno: il furto di dati personali e sensibili del profilo interessato. A questi si devono aggiungere anche password, email e informazioni importanti che servono alle società di sorveglianza per acquisire più dati possibili. Questi saranno poi venduti su commissione solitamente ad altre aziende private, enti governativi, servizi di intelligence, avvocati, investigatori privati o cybercriminali stessi.