AGCOM: stop ricariche telefoniche con tasse occulte

AGCOM ha valutato e deciso di diffidare TIM, Vodafone e Wind in merito all'utilizzo di presunti trucchi per reintrodurre la tasse sulle ricariche.
AGCOM: stop ricariche telefoniche con tasse occulte

A novembre, sotto la lente d’ingrandimento di AGCOM sono finiti gli operatori di telefonia mobile TIM, Wind e Vodafone per un motivo ben preciso: degli strani meccanismi per imporre, di fatto, una tassa di 1€ sulle ricariche telefoniche con tagli da 5€ e 10€. Oboli in cambio dei quali i gestori sono soliti offrire GB di traffico dati, minuti di telefonate o altri vantaggi extra. Promozioni non richieste, che spesso gli utenti nemmeno si rendono conto di avere sul proprio numero e neanche si accorgono che la loro ricarica è inferiore rispetto a quanto pagato.

AGCOM diffida Vodafone, TIM e Wind

I tre operatori avrebbero messo a punto delle speciali promozioni atte a giustificare la decurtazione di traffico telefonico. A conti fatti, in realtà, la pratica sembrerebbe un modo alternativo per reintrodurre la tassa sulle ricariche telefoniche, chiaramente abolita dalla legge Bersani nell’ormai lontano 2007.

Ai gestori di telefonia mobile coinvolti (Wind, Tre e Vodafone) è stato di fatto intimato di attenersi agli obblighi legali, eliminando tutti i costi occulti di ricarica entro 30 giorni dalla diffida. Soddisfatto del risultato Altroconsumo, che aveva segnalato la questione ad AGCOM. Ecco le considerazioni dell’associazione, arrivate tramite le parole di Ivo Tarantino, Responsabile Relazioni Esterne Altroconsumo:

“Esprimiamo soddisfazione rispetto alla decisione dell’AGCOM: nei mesi scorsi avevamo segnalato le ricariche “col trucco” di Vodafone, Wind tre e Tim Telecom Italia. – dichiara  – Tagli da 5 e 10 euro, con soli 4 o 9 euro di vero traffico. Come Altroconsumo proseguiremo nel nostro impegno e stiamo già studiando i mezzi per ottenere giustizia per i consumatori. Dopo la vittoria sulle bollette a 28 giorni, un’altra sconfitta per i giochetti delle società di telefonia che a questo punto crediamo debbano recuperare la fiducia dei consumatori. Il primo passo potrebbe essere proprio  quello di riconoscere subito il ristoro dei danni subiti”

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