Tutti pazzi per Clubhouse. Il social network basato sulle conversazioni vocali è il fenomeno del momento. È fruibile attraverso un’applicazione per smartphone sviluppata da Paul Davison e Rohan Seth, rispettivamente imprenditore della Silicon Valley ed ex impiegato di Google. Allo stato attuale è disponibile in beta solo per iPhone ma è previsto l’arrivo anche su Android. Un servizio già valutato 100 milioni di dollari e finanziato con 12 milioni di dollari dalla società di venture capital Andreessen Horowitz.
Sul portale ufficiale viene definito come “un nuovo prodotto social basato sulla voce che permette alle persone, ovunque si trovino, di chiacchierare, raccontare storie, sviluppare idee, approfondire amicizie e incontrare nuove persone interessanti in tutto il mondo”. In questo articolo capiremo il la logica che sta alla base del funzionamento di Clubhouse e perché colossi come Twitter si stanno già muovendo per trovare delle contromisure.
Come si accede a Clubhouse
Per poter entrare in Clubhouse è necessario ricevere un invito da una persona già presente nel social network. Questo viene recapitato attraverso iMessage (l’applicazione di messaggistica degli iPhone) e presenta al suo interno un link. Cliccandoci su si viene portati automaticamente nella pagina dell’App Store da cui effettuare il download dell’applicazione. Un approccio dunque molto diverso da Facebook o Instagram, servizi a cui chiunque può iscriversi liberamente.
Completato il download, viene chiesto di scegliere una foto profilo, scrivere una breve bio e inserire il proprio numero di telefono. Come vedremo infatti il collegamento con la rubrica telefonica rappresenta un elemento importante del funzionamento di Clubhouse. In questo caso c’è poco da aggiungere, la procedura per l’iscrizione è semplice e intuitiva come qualsiasi altro social network.
Come funzionano le Room di Clubhouse
Abituatevi a familiarizzare con il concetto di “Room”, letteralmente stanza. Questo social network è basato sulle Room, ovvero delle chat vocali caratterizzate da tre livelli differenti di accesso. Il primo, quello base, è denominato Open, e indica una stanza in cui chiunque può entrare. Saranno quelle visualizzerete maggiormente nella vostra home, una sorta di feed simile a quello di Facebook, Instagram e Twitter.
Il secondo livello è invece chiamato Social. In queste stanze è possibile accedere solo se già vi partecipa uno dei nostri contatti o delle persone che seguiamo. Il terzo e ultimo livello, Closed, indica le Room in cui si entra solo per invito. A prescindere dal grado di riservatezza comunque, noterete facilmente come tutte le etichette di denominazione di questi spazi virtuali sono in inglese, questo perché non è stata ancora prevista una versione italiana dell’app.
Ogni stanza ha comunque degli amministratori – vale a dire quelli che l’hanno creata – e dei moderatori, ovvero coloro i quali si occupano di gestire la conversazione.
Cosa accade quando si entra in una Room
Al di là della tipologia della stanza, c’è un aspetto che accomuna tutte le Room: non è possibile parlare immediatamente una volta che si è entrati. I dibattiti infatti vengono gestiti dai moderatori, che possono decidere a quante persone dare la possibilità di parlare nello stesso momento. Clubhouse ha però previsto un piccolo pulsante identificato con l’icona della mano alzata. Premendolo si segnala al moderatore di voler intervenire nella conversazione e sarà lui a darci il permesso o meno.
Nulla vieta però di fare semplicemente da spettatori. Come vedremo infatti, almeno allo stato attuale, Clubhouse è pieno di stanze in cui si affrontano argomenti come web marketing, comunicazione, formazione personale, solo per citarne alcuni. Veri e propri dibattiti tra alcuni dei più importanti professionisti del settore, che mettono a disposizione le proprie competenze. Appare evidente dunque come possa essere utilizzato come vero e proprio strumento di digital training, un vantaggio strategico rispetto agli altri social network.
Rimane fermo un punto: i dibattiti vengono gestiti esclusivamente dai moderatori. Questi possono decidere a quante persone dare la possibilità di parlare nello stesso momento, invitare persone nella stanza o escluderle dalla conversazione.
Il calendario e le notifiche
Nella logica di piattaforma da sfruttare per il digital training, Clubhouse offre un calendario particolarmente efficae. Questo mostra un elenco delle stanze in ordine temporale (a seconda dell’orario a cui sono state pianificate). Chiunque può aggiungere una nuova sala o un nuovo evento a questo calendario e così facendo avviserà i propri follower dell’esistenza di questa Room.
Per quanto riguarda le notifiche invece, toccando l’apposita icona della campana, compare un elenco di alcune delle azioni relative ai propri amici e stanze che si stanno seguendo come:
- follow da parte di qualcuno;
- qualcuno con cui si è in contatto sta parlando in una stanza di proprio interesse;
- quando qualcuno con cui si è connessi invita in una stanza in corso;
- quando qualcuno che si segue pianifica l’apertura di una sala.
I club
I club vengono utilizzati per creare specifiche community all’interno della piattaforma. Le stanze aperte con un club possono essere private (riservate solo ai membri della community) o pubbliche al fine di poter agevolmente presentare il club ai membri dell’applicazione.
Allo stato attuale, Clubhouse chiede a chi decide di fondare un club di impegnarsi a ospitare almeno una conversazione ricorrente, sebbene rimanga possibile organizzare tutte le conversazioni che si desidera che non siano ricorrenti. Per richiedere di fondare un nuovo club, occorre ospitare i primi tre meetup ricorrenti e poi visitare l’apposita sezione per effettuare la richiesta. In tal senso, esistono quattro tipi di iscrizione all’interno di un club Clubhouse:
- Fondatore: il proprietario del club. Può modificare la descrizione e le regole del club e invitare i membri a unirsi al club senza dover richiedere o attendere l’approvazione;
- Amministratore: nominato dal fondatore o da altri amministratori. Un amministratore può approvare o rimuovere membri e aprire stanze private o pubbliche;
- Membri: un partecipante approvato all’interno del club. Un membro può creare stanze private per il club ma non stanze pubbliche. Può anche vedere e partecipare a stanze private e pubbliche e nominare altri membri della Clubhouse per unirsi al club.
- Follower: non è un membro ufficiale del club. Un follower può seguire le attività del club pubblico ma non può creare stanze per il club. Riceve una notifica ogni volta che un membro o un amministratore del club pianifica una stanza pubblica.
Attualmente, i membri possono avviare solo un club alla volta per evitare di creare un club che poi diventa dormiente. Il tempo di attesa per la creazione di un nuovo club è di circa 2 settimane.
Clubhouse come strumento per aziende e web marketing
Il successo di Clubhouse è inevitabilmente relativo alla volontà di questo social network (o dei suoi creatori) di rivoluzionare il concetto stesso di web marketing così come lo conosciamo. Sono diversi i motivi a sostegno di questa tesi, che in qualche modo suggeriscono come potremmo essere di fronte alla prossima grande piattaforma di social media:
- offre la possibilità di connettersi e interagire con professionisti al di fuori del proprio settore;
- i tipici algoritmi dei social media vengono sostituiti da stanze spontanee piene di chat in tempo reale su una varietà di argomenti;
- l’attenzione si concentra sulle conversazioni di alto valore anziché sui contenuti prodotti;
- il sistema a inviti crea inevitabilmente una community selezionata;
- sta finalmente portando nei social media il fattore che altre piattaforme ignorano in gran parte: l’audio.
In pochi minuti, subito dopo aver completato l’iscrizione, la tendenza è quella di cercare costantemente diverse opzioni su come utilizzare Clubhouse per fare rete, accrescere la propria autorità su un determinato argomento, espandere le proprie conoscenze. Una logica molto simile a quella di LinkedIn, vale a dire il social network per eccellenza in ambito professionale. C’è però una differenza sostanziale a favore di Clubhouse: la possibilità di avere un contatto diretto (una conversazione appunto) con le altre persone.
Guardando dunque al web marketing nel 2021 e con particolare riferimento al social media marketing, Clubhouse non fa altro che andare incontro a una domanda del pubblico costantemente in evoluzione. Le persone infatti vogliono un maggior coinvolgimento, pretendono valore e trasparenza ma, allo stesso tempo, non vogliono necessariamente la produzione e le infinite ondate di contenuti che derivano dal seguire un marchio sui social media.
Si è parlato molto su Clubhouse di ciò che accadrà una volta che l’app lascerà la beta privata e diventerà pubblica. Gli esperti di marketing invaderanno l’app? I marchi di e-commerce entreranno e cercheranno solo di fare vendite? Il valore e le possibilità di networking diminuiranno man mano che più persone accedono all’app? La perdita dell’esclusività farà perdere il suo valore al servizio?
La maggior parte delle domande non avrà risposta fino a quando l’app Clubhouse non sarà pubblica. Si parla anche delle eventuali possibilità di monetizzazione delle community. Tuttavia, con la perdita dell’esclusività subentrerebbe la capacità di costruire comunità facili da gestire e con cui interagire senza aggiungersi a un calendario editoriale già affollato.